TrinitàIn occasione della festa della SS. Trinità proponiamo questo testo, tratto dalla Somma di Teologia dogmatica del Casali, che riassume le fonti della Sacra Scrittura e della Tradizione da cui ci è trasmesso il più grande mistero della fede cristiana.

La fede almeno implicita nel mistero della SS. Trinità è indispensabile per la salvezza. E’ quindi erroneo, come invece avviene nell’insegnamento post-conciliare (1), l’affermare che giudei e mussulmani, adorano il nostro stesso Dio, poiché la vera fede è incompatibile con la negazione esplicita del mistero della SS. Trinità.

(1)- Per esempio nel discorso di Benedetto XVI durante la visita alla sinagoga, 17 Gennaio 2010: "Cristiani ed Ebrei hanno una grande parte di patrimonio spirituale in comune, pregano lo stesso Signore...”

DIO É UNO E TRINO

TESI - Dio è in una identica natura, in tre persone realmente distinte l’una dall’altra e cioè il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo.É DI FEDE Come si mostra dai Simboli e dai Concili, che porteremo qui sotto.

 

SPIEGAZIONE.

Nella tesi si vede:

1) - Che Dio è uno solo, che cioè è una unica Essenza, o Natura, o Sostanza1

2) - Il Padre, il Figlio, Io Spirito Santo, sono tre termini veramente distinti.

3) - Queste tre Persone posseggono ugualmente la unica e medesima Natura divina e perciò sono perfettamente uguali in ogni sorta di perfezione, possedendo tutte e tre la identica sostanza. Si dicono perciò «consostanziali».

 

PROVA. A differenza che nelle altre tesi, essendo assai ampia la prova, suddividiamo in variarticoli e paragrafi le tre argomentazioni desunte dalla Scrittura, dai Padri, dalla Chiesa.

 

LE TRE DIVINE PERSONE NEL NUOVO TESTAMENTO

Abbiamo detto in principio che nell’Antico Testamento il Mistero della SS. Trinità viene soloadombrato

.Nel Nuovo T. invece viene espressamente rivelato, sia riguardo a tutte e tre le Divine Persone, siasingolarmente.

 

PER LE DIVINE PERSONE troviamo numerose testimonianze

A) – Nei Vangeli Sinottici

a) Nella Annunciazione (Lc. 1) viene annunziata chiaramente la Trinità delle Persone. L’Angelo è mandato dal Padre «Fu mandato da Dio l’Angelo Gabriele». E annunziato ilFiglio «Quello che nascerà da te, il Santo, sarà chiamato il Figlio dì Dio». È annunziato lo Spirito Santo«verrà sopra di te».

b) Nel Battesimo di Gesù (Mt. 3,16-17; Mc. 1-11; Lc. 3,21- 22). Il Padre parla dal cielo, e dice cheGesù è il Figlio: «Ed ecco una voce dal Cielo che dice: Questi è il mio Figlio diletto in cui ho posto la miacompiacenza». E il Vangelo dice ancora che lo Spirito Santo si manifesta sotto la specie di colomba:1 É necessario aver bene chiaro il significato filosofico dei termini. Le tre parole indicano lo stesso concetto, considerato in quanto la cosa è ciò che è (Essenza); o come principiointrinseco di operazione (Natura); o in quanto gli compete di esistere in sé e non in altro (Sostanza).Una «cosa singola nel genere della sostanza» (Boezio) si dice «Supposito» (cioè una cosa che sta sotto quella natura, come ad esempio l’uomo sta nella natura umana). S. Tommaso lo dice «distinto sussistente in una determinata natura» (Depotentia 9 a. 4). Per esempio: ogni uomo possiede la natura umana, ma la possiede in sé e per sé (sussistente distinto dagli altriuomini, in quanto il «supposito» è distinto dagli altri anche per gli accidenti: colore, forma, peso, ecc.) «Supposito» è qualunque singola sostanza; quando invece appartiene a una natura intellettuale, si chiama «persona».

La Persona (in greco: ipostasis) è definita da Boezio «Sostanza individua di una natura razionale», e da S.Tommaso «Sussistente distinto nella natura intellettuale».Parlando di Dio, è logico che questo concetto va applicato in modo analogico, e cioè non solo nel senso che va inteso, nel modo più eccelso, ma ancora in quanto in Dio tutto è sostanza senza accidenti, mentre la creatura con la sostanza ci ha gli accidenti; e in quanto nell’uomo ogni distinta persona, ha una distinta natura, mentre in Dio la identica natura è posseduta dalle tre distinte Persone.

Quindi S. Tommaso (I Sent. 25, q. 2, a 1), dice che «Persona significa sussistente distinto nella natura divina». Dalla semplice ragione si può dubitare se una creatura semplice sia realmente distinta dalla persona. La Rivelazione invece ci mostra che fra natura e persona vi è distinzione reale, in quanto in Dio vi sono tre Persone in una unica Natura, e in Cristo vi sono due Nature in una unica Persona. In che modo consista la reale distinzione fra le tre Divine Persone la Chiesa non lo ha definito, ma comunemente i Teologi ripongono questa distinzione nelle Relazioni opposte di origine, e cioè nelle relazioni per cui il Figlio procede dal Padre, e lo Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, come vedremo in seguito. «E discese lo Spirito Santo in Lui sotto la specie corporea di colomba». Dunque quei tre non sono una sola Persona, ma tre Persone distinte.

 

c) Nella Trasfigurazione (Mt. 17, 1 s.; Lc. 9, 1, ss.). Possiamo dire che si ripete lo stesso schema che nel Battesimo; soltanto che lo Spirito Santo si manifesta sotto la specie di «nube splendente».

d) Nella formula del Battesimo (Mt. 28 19). Quando Gesù ordina agli Apostoli di predicare il Vangelo a tutti gli uomini, ordina ancora di battezzarli «nel Nome del Padre, del Figlio e dello SpiritoSanto».La congiunzione «e» ci dice la distinzione e l’unione fra le tre Divine Persone. S. Girolamo, (In ep.ad Eph. 2, 4, 5) ottimamente commenta che non si dice «nei nomi» ma «nel nome». E cioè le tre DivinePersone, pur essendo realmente distinte, sono un solo Dio.

 

B) Nel Vangelo di S. Giovanni. S. Giovanni parla anche più chiaramente - e lo ammettono gli stessiavversari - tanto ché pretenderebbero che la rivelazione del mistero sia una aggiunta di S. Giovanni e di S. Paolo, mentre, come abbiamo visto, è esplicitamente manifestato anche nei Sinottici.

a) Nell’ultima Cena Gesù promette lo Spirito Santo pregando il Padre: «E io pregherò il Padre chevi darà un altro Paraclito (cioè avvocato, patrocinatore) perchè rimanga con voi in eterno». «E il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre vi manderà in mio Nome, Egli vi insegnerà tutte le cose» (14, 16,26). In queste frasi notiamo la distinzione delle Persone: il Figlio che prega il Padre, il Padre che manda loSpirito Santo, lo Spirito Santo che è mandato in nome di Gesù.

 

Ma se è chiara la distinzione delle Persone,chiara pure appare la Unità della Natura da altri testi: «Chi vede me, vede anche il Padre» (14. 9. 11). «Ioe il Padre siamo una cosa sola» (10. 30). «E quando sarà venuto il Consolatore che Io vi manderò dal Padre lo Spirito di verità che procede dal Padre» (1S. 26). E insiste ancora «Ma quando Egli, lo Spirito diverità, sarà venuto, non parlerà da Se stesso, ma vi dirà quello che ascolterà» (16, 13). Dunque il Padre,il Figlio, e lo Spirito Santo, sono la stessa Sostanza, una cosa sola.

b) Ma il testo principe della Rivelazione di questo Mistero, dove con una frase sola viene dichiaratala Trinità delle Persone nella Unità della Sostanza è il famoso Comma Giovanneo (1 Gv. 5, 7) «Poichè sonotre che danno testimonianza in Cielo, il Padre, il Verbo, e lo Spirito Santo e questi tre sono una cosa sola».

 

C) Nelle Lettere degli Apostoli.S. Paolo parlando della Grazia ne attribuisce il dono alle Tre Divine Persone: «La grazia delSignore Nostro Gesù Cristo e la carità di Dio e la comunicazione dello Spirito Santo sia con tutti voi». (1Cor. 13, 13). Così parlando del Corpo Mistico dice: «Un solo Corpo e un solo Spirito… un solo Signore… unsolo Dio e Padre di tutti che è sopra tut1ti e sopra tutte le cose e in tutti noi» (Eph. 4, 4 - 5). Questefrasi oltre la distinzione, ci dicono anche l’uguaglianza delle Divine Persone, perchè la grazia viene datada Dio, e Dio è sopra tutte le cose e in noi.S. Pietro inizia la sua prima lettera ricordando la SS. Trinità: «Pietro Apostolo di Gesù Cristo …secondo la prescienza di Dio Padre, nella santificazione dello Spirito, nell’obbedienza e nell’aspersionedel Sangue di Gesù Cristo”. (I. Pt. 1, 1-2).

 

PER IL PADRE

- Passando a ricercare i testi che si riferiscono singolarmente alle tre DivinePersone, riguardo al Padre, troviamo innumerevoli riferimenti. Non insistiamo in questa prova perchè ètanto manifesta che nemmeno gli eretici l’hanno negata. Solo notiamo che nel Nuovo Testamento questa parola viene usata in senso proprio, in quanto genera il Figlio. Così S. Paolo, che pure lo chiama «Padre»quando tratta della adozione dei cristiani, dà a questa parola il suo preciso significato, il senso di «Padre per Natura» quando è in relazione a Gesù Cristo. «Benedetto, Dio, e Padre del Signore Nostro GesùCristo» (11 Cor. 1, 3); e così in tanti altri testi. Del resto lo stesso Gesù, che ai discepoli insegna a chiamare Dio «Padre nostro» in mille altre occasioni lo invoca «Padre mio» come Colui dal quale è stato generato. Basti vedere il Cap. 17 di San Giovanni dove questa parola è ripetuta.

 

PER IL FIGLIO.

Tutti i Vangeli, e S. Paolo, ci mostrano il Figlio, ossia il Verbo Incarnato, come distinto dal Padre e a Lui uguale. I Sinottici. - Gesù ha la potestà di rimettere i peccati, potere che compete solo a Dio. Vedi:guarigione del paralitico (Lc. 5, 20 ss.) e Maria Maddalena (Lc. 7, 36). Egli è padrone del giorno festivo(Mt. 12, 8; Mc. 3, 1); compie con la sua autorità, la legge antica (Mt. 5, 21 ss,); è Giudice e Rimuneratoredi tutti (Mt. 7, 22; 35, 31). Più espressamente ancora dice: «Tutte le cose mi sono state date dal Padre mio. E nessuno conosce il Figlio, se non il Padre; né alcuno conosce il Padre se non il Figlio e colui cui il Figlio lo avrà voluto rivelare» (Mt. 11, 27; cfr. Lc. 10, 22). Questa perfetta conoscenza scambievole, suppone la perfetta uguaglianza delle due Persone.

Alcuni recenti non insistono sul valore di prova di questo testo, perché non si trova in alcuni Codici antichi. Secondo noi conserva tutta la sua validità, perché risulta nel Canone dei libri dichiarati dalla Chiesa ispirati.

Quando Gesù propone ai Farisei un quesito: «Che vi pare del Cristo? di chi è Figlio? - Dì David – gli risposero. - Come va dunque - riprese Gesù - che David ispirato da Dio, lo chiama Signore?… Se dunqueDavid lo chiama Signore, come può essergli figlio?» (Mt. 22, 42, 55) afferma la sua eterna esistenza. Davanti al Sommo Sacerdote Gesù afferma esplicitamente di essere il «Figlio di Dio» (Mt. 26,63-64; Lc. 22, 70; Mc. 14, 62).S. Giovanni. Nel prologo del Vangelo: «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e ilVerbo era Dio» (1, 1). Qui è espressa oltre la distinzione, la eternità del Verbo e la sua consostanzialità col Padre. Continua poi ad affermare che: «tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui». Dunque èDio, è una cosa col Padre, e nel cap. 3,16 dice che: «Dio ha così amato il mondo, da dare il Suo Unigenito;e al v. 18: «chi non crede è già giudicato; poiché non crede nel nome dell’Unigenito Figlio di Dio”. A Filippo Gesù afferma: «Filippo chi vede me, vede anche il Padre… voi non credete che io sono nel Padre eil Padre è in Me?» (14, 9). Quale frase più esplicita per dire che sono due Persone distinte in una sola Natura? «Io e il Padre siamo una cosa sola» (10, 30).Nell’Apocalisse l’Apostolo scrive che il Cristo «principe dei re della terra» è il Figlio di Dio che ha fatto il regno e i sacerdoti a «Dio Padre suo» (3, 12). Egli è «l’alfa e l’omega, il principio e la fine.., che era, che è, e che sarà, l’onnipotente» (1,8). Il Cristo è «il principio della creazione» (testo greco, il latinodice «della creatura») che ha «le chiavi della morte e dell’inferno» (1,8). Egli è «il Verbo di Dio» (19,13).S. Paolo. Nella lettera ai Romani non solo lo chiama «proprio Figlio di Dio» (8, 32), ma «Dio», «Cristo che… è Dio sopra tutte le cose, benedetto nei secoli» (9, 5). Parlando del suo annientamento nel farsi Uomo dichiara che «esistendo nella forma di Dio, non considerò una rapina essere Egli uguale a Dio»(Filip. 2, 6) vale a dire che gli appartiene per Natura.Ma la perfetta sua somiglianza con Dio, la sua eternità e onnipotenza creatrice, la esprime nella lettere ai Colossesi (1, 15 ss.): «Egli che è l’immagine dell’invisibile Dio, il Primogenito di tutte lecreature». Immagine sostanziale perchè «figura della sua Sostanza» di perfetta somiglianza, e non di una somiglianza qualsiasi, come viene partecipata alle creature di cui Egli è «Primogenito» e cioè «generato prima» delle creature come dichiarano le parole che seguono: «perchè in Lui sono state fatte le cose in cielo e in terra, visibili e invisibili… tutto è stato creato per mezzo di Lui e in vista di Lui, Egli è avanti tutte le cose e tutto sussiste in Lui» (ivi 15,17).

 

PER LO SPIRITO SANTO

Nei Sinottici viene ricordato come distinto dal Padre e dal Figlio e a Luisi attribuisce l’opera di santificazione. Giovanni Battista, Elisabetta, Zaccaria, vengono detti «pieni diSpirito Santo» (Lc. 1, 15; 14, 57). Il Battista distingue il suo Battesimo da quello veramente efficace«nello Spirito Santo» (Mt. 3, 11; Mc. 3, 16). Gesù è condotto dallo Spirito Santo nel deserto, poi nella Galilea (Mt. 4,1; Mc. 1,12; Lc. 4, 1-14); ma lo Spirito Santo sarà mandato da Cristo agli Apostoli, secondo la promessa del Padre (Lc. 24, 49) e insegnerà loro ogni cosa (Lc. 12, 12). Qui si vede la relazione tra loSpirito Santo e il Figlio, e il Padre. Gesù dice anche come sia gravissima la bestemmia contro lo Spirito Santo (Mt. 12, 32; Mc. 3,20) e non sarebbe tale se lo Spirito Santo non fosse Dio. S. Giovanni quando ne tratta insieme alle altre Divine Persone dice: «Sopra Colui che vedrai lo Spirito Santo discendere e rimanere sopra di Lui, Questi è Colui che battezza nello Spirito Santo» (1-33).

Gli Atti degli Apostoli frequentemente lo ricordano, come «Spirito Santo», «Spirito del Signore» conoscendolo come vero Dio e perciò uguale al Padre e al Figlio. Quando Anania ha mentito, Pietro lo rimprovera: «Anania, perchè Satana ha tentato il tuo cuore di mentire allo Spirito Santo?… Non hai mentito agli uomini, ma a Dio» (5, 3-4). Lo Spirito Santo viene riconosciuto come autore della Scrittura Divina e di ogni profezia, che come abbiamo dimostrato, compete solo a Dio: «Colla ispirazione dello Spirito Santo hanno parlato i santi uomini di Dio» (1, 16). «È necessario che si adempia la Scrittura che ha predetto lo Spirito Santo per bocca di David» (20, 20).S. Paolo (I Cor. 2,10) «Lo Spirito Santo scruta tutte le cose, anche quelle profonde di Dio». Ma scrutare, cioè, comprendere intimamente le cose profonde di Dio è cosa che Dio solo può fare. Dunque lo Spirito Santo è Dio. Egli rigenera e santifica, ciò che Dio solo può fare. «Siete purificati, siete giustificati nel Nome di N.S. Gesù Cristo e nello Spirito di Dio nostro» (I Cor. 6, 11).I carismi soprannaturali sono dati da Lui: «Ci sono divisioni di grazia, ma lo stesso Spirito.., ad alcuni è dato per mezzo dello Spirito Santo il sermone della Sapienza… ad altri il sermone della scienza…ad altri la grazia delle guarigioni nello stesso Spirito Santo… ad altri l’opera dei miracoli, ad altri la profezia… Tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, dividendo ai singoli come vuole» (I, Cor.12, 4 ss.). Ma se questi carismi sono doni di Dio, dunque lo Spirito Santo che li dà, è veramente Dio.

 

CONCLUSIONE

Dal Nuovo Testamento appare chiaramente il mistero di Di,o Uno e Trino. Non solo in Giovanni e negli scritti degli Apostoli, ma ancora nei Sinottici, come abbiamo veduto. Cade così l’obiezione dei Modernisti che ammettono che sia stato manifestato da Giovanni, che lo avrebbe preso dal sistema Greco di Filone e dei Neo-platonici.Questi infatti parlano del logos (il Verbo) come di un Essere intermediario fra Dio e gli uomini, e cioè di un «demiurgo». La parola «Verbo», è uguale, ma nella Dottrina Cristiana, il significato è assolutamente diverso.La verità della Unità e Trinità di Dio è esclusivamente cristiana e rivelata da Dio.

 

IL MISTERO DELLA SS. TRINITÀ NELLA TRADIZIONE

Un punto centrale riguardo al Dogma Trinitario nella Tradizione, è il Concilio di Nicea (325) nel quale fu condannata l’eresia di Ario. Prima del Concilio questa verità viene espressa in un modo più semplice, ripetendo gli stessi testi del Vangelo; successivamente invece vengono date più profonde precisazioni in modo da mostrare più chiaramente gli errori della eresia. Non troviamo subito in tutti i Padri la perfetta esattezza dei termini filosofici, che verranno a poco a poco meglio determinati, fino alla lucidità data loro dalla Scolastica. Tuttavia, anche il contrasto accidentale di alcune espressioni con la dottrina filosofica, non impedisce che la sostanza del mistero sia espressa sempre esattamente.Per queste due differenti situazioni dividiamo l’argomento in due parti:1 - Le testimonianze antenicene.2 - Le testimonianze posticene

 

Testimonianze antenicene

Le troviamo:A) nei Padri e Apologisti,B) nei documenti della Chiesa.

A) - 1) I Padri Apologisti pur parlandone occasionalmente, dichiarano in modo esplicito e concreto che vi è un Dio in tre Persone distinte. S. Clemente Romano (1 Cor. 46) dice: «E forse non abbiamo un solo Dio, un solo Cristo e un solo Spirito Santo di grazia?…; come Dio vive così vive e il Signore Gesù Crìsto e lo Spirito Santo». E continua nella stessa lettera a parlare singolarmente delle Divine Persone, attribuendo a ciascuna operazioni diverse. S. Ignazio Martire porta un confronto che potremmo chiamare secentesco per le immagini, ma che esprime vividamente i tre termini: «Affinchè siate le pietre del tempio del Padre, preparate nell’edificio del Padre, portati in alto per mezzo della macchina di Gesù Cristo, che è la Croce, usando per fune lo Spirito Santo» (Ef. 9,1). «Studiate di conformarvi nella dottrina del Signore… nel Figlio, nel Padre e nelloSpirito Santo» (Ad Magnes. 13, 1). Nella stessa lettera non solo afferma la Trinità, ma anche l’Unità: «Uno solo è Dio che ha manifestato Sé stesso, per mezzo di Gesù Cristo suo Figlio».Un ignoto autore delle «Odi di Salomone», libro scoperto nel 1895, e che risale fra il I o II secolo, afferma la divinità del Figlio e dello Spirito Santo, che regnano col Padre in eterno, e che perciò sono Dio.(In una grande tavola) c’era scritto «il nome del Padre e del Figlio e dello Spirito, perché regnino nei secoli dei secoli. Alleluia» (e. 23).2)

Gli Apologisti.

S. Giustino dopo aver affermato l’Unità di Dio dice: «Ma lui (il Padre) e il Figlio che viene da Lui e che ci ha insegnato queste cose… e lo Spirito Santo profetico onoriamo e adoriamo»(Apol. 1, 6).Aristide (Apol. 15) dando spiegazione di chi sono i Cristiani e come prendono il loro nome da Gesù Cristo, continua dicendo che credono: «Questi il Figlio di Dio altissimo che, nello Spirito Santo è disceso dal Cielo.., e riconoscono come Dio creatore e architetto di tutte le cose, nel Figlio e nello Spirito Santo».S. Teofilo di Antiochia parla del «Verbo sempre esistente nel cuore del Padre» (Ad. Autol. 2, 22).Atenagora afferma che il «Padre è nel Figlio ed il Figlio nel Padre nell’unità e virtù dello Spirito Santo».Perciò sono atei coloro che non credono «Dio Padre, Dio Figlio, Dio lo Spirito Santo» (Legat. pro Christ.10).Tertulliano, fra le varie espressioni, una ne ha chiarissima: «questi tre sono una cosa sola, non uno solo»

 

B) - I DOCUMENTI DELLA CHIESA

1) Nel conferimento del Battesimo.Già la Didachè poneva la formula del Battesimo «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Did. 7, 1-3) e negli antichissimi «Ordines baptismi» cioè i libri liturgici colle preghiere e cerimonie per il Battesimo si trova fin d’allora, la professione di fede nella SS. Trinità nelle domande ai Catecumeni:«Credi in Dio Padre Onnipotente… Credi in Gesù Cristo, Figlio di Dio… Credi nello Spirito Santo Paraclito?».2) Nelle Dossologie (dossologia= discorso di lode), si trova la distinzione delle Persone col Nome e a tutte tre si tributa la medesima gloria. Fino dal II sec. era in uso la formula minore: «Gloria al Padre eal Figlio e allo Spirito Santo» e la dossologia maggiore: il «Gloria in excelsis Deo» che già il Papa Telesforo aveva comandato di recitare nella Messa del Natale. In essa più diffusamente viene espressa la fede nellaSS. Trinità.

3) Nel Simbolo Apostolico che risale al secondo secolo: «Credo in Dio Padre Onnipotente… e in Gesù Cristo suo Unico Figliolo… Credo nello Spirito Santo». Ognuno sa come questa formula è completata dalle altre verità che si attribuiscono in particolare alle tre Divine Persone. Tertulliano lo chiama: «la tessera di contrassegno dei cristiani». S. Gregorio Taumaturgo nel 265 fa un ampio commento insistendo sulla eternità delle tre Divine Persone. S. Dionigi Papa (+ 268) condannò il Monarchismo, il Sabellianesimoe il Subordinazianismo (D. B. 48 Ss:): «Non si deve separare l’ammirabile e divina unità… ma si deve credere in Dio Padre Onnipotente, e in Gesù Cristo, suo Figlio, e nello Spirito Santo

 

Testimonianze posticene.

Dal Conc. di Nicea in poi, i termini, come abbiamo detto, vengono anche più precisati. Ne dà occasione l’eresia di Ario che dice soltanto il Padre Veramente Dio eterno; che il Figlio non è eterno, ma essendo generato ha avuto inizio e non è infinitamente perfetto, né della stessa Sostanza del Padre, ma una creatura, sia pure eccellentissima; lo Spirito Santo, sarebbe una creatura minore non solo al Padre,ma anche al Figlio.Più tardi, verso il 350, i Semiariani insegnarono che lo Spirito Santo è una creatura simile agli Angeli, e ministro di Dio, come poi asserirono anche i Macedoniani di cui abbiamo parlato.

 

A) - I Padri dell’Oriente.

Martello dell’Arianesimo fu S. Atanasio, Vescovo di Alessandria d’Egitto, succeduto a S. Alessandro che già aveva iniziato la lotta contro Ario. S. Atanasio soffrì calunnie, persecuzioni, esilio: ma strenuamente continuò la sua lotta contro l’Arianesimo, con la parola, gli scritti, la partecipazione ai Sinodi e al Concilio di Nicea. Il suo insegnamento si incentra nel Verbo, Cristo Redentore, il quale ha potuto redimerci e farci Figli adottivi di Dio, in quanto Egli è veramente Figlio di Dio per natura. Il Verbo perciò non è una creatura, ma è generato in eterno dalla Sostanza del Padre e per ciò l’Uno e l’Altro posseggono la identica Sostanza indivisibile, per cui il Figlio è «consostanziale al Padre» secondo la definizione di Nicea. Ugualmente lo Spirito Santo, partecipando alle creature la divinità, colla sua inabitazione nell’anima, è Dio per Essenza, tantochè si nomina col Padre e col Figlio.Pure Esso è «consostanziale», cioè ha la stessa e identica Sostanza del Padre e del Figlio, perciò niente di creato nella Trinità, ma tutta è un solo Dio. L’esposizione di S. Atanasio è meravigliosa, pur tuttavia, non sono ancora ben precisati tecnicamente tutti i termini, e, a volte, non fa distinzione fra le parole sostanza e ipostasi (ciò che,invece, aveva precedentemente precisato Origene).I tre Padri Cappadoci: S. Basilio, S. Gregorio Nisseno e S. Gregorio Nazianzeno, e specialmente i due primi insigni per la cultura filosofica e l’acutezza d’ingegno, determinando ancor più profondamente il significato differente di sostanza e ipostasi, già dato da Origene, spiegano meglio la definizione Nicena dicendo che Dio è «una sola Sostanza in Tre Persone».Aprono così fin d’allora la via alla spiegazione scolastica del dogma secondo cui le relazioni opposte costituiscono la distinzione delle Tre Persone.Quantunque gli Ariani negassero anche la Divinità dello Spirito Santo, la discussione era più accesa riguardo alla Seconda Persona. Per la Terza Persona la controversia si acuì specialmente più tardi col Macedonianesimo che fu condannato nel Conc. di Costantinopoli I (381).

Nelle frasi che abbiamo esaminato risulta ben chiaro il pensiero di tutti i Padri che riconoscono la Divinità dello Spirito Santo, poiché ha la identica Natura e Sostanza del Padre e del Figlio.Più tardi, nel Sec. VIII, per restare fra i Padri e Dottori della Chiesa dell’Oriente, S. Giovanni Damasceno usa la formula: «Lo Spirito Santo procede dal Padre per il Figlio». Questa formula è imperfetta e mentre viene usata dalla Chiesa Greca, la Chiesa Latina userà la formula già presentata da Agostino: «Procede dal Padre e dal Figlio»

 

B) - Passando ai Padri Latini, nella affermazione del dogma Trinitanio, troviamo che lo studiano sotto un aspetto particolare in confronto agli Orientali. Questi hanno insistito sulla identità della Sostanza, per poter combattere l’Arianesimo e il Macedonianismo, mentre i Latini debbono insistere di più su altre eresie quali il Modalismo e il Sabellianismo che si sono diffuse nelle loro terre più dell’Arianesimo.Per questo si fermano maggiormente nel dimostrare la distinzione delle Tre Divine Persone.S. Ilario (+ 336) chiamato anche l’Atanasio occidentale, riprende le argomentazioni del Conc. Di Nicea: «Dio da Dio, Spirito da Spirito, Luce da Luce.., l’uno dall’altro e tutti e due una cosa sola» (De Trinitate, 11, 12).S. Ambrogio (+ 419) riecheggia S. Basilio: «Tre ipostasi in una sola Sostanza».S. Agostino (+ 430) dà una rigorosa spiegazione del Dogma, illustrandolo fino a tal punto, che poco fu aggiunto successivamente. Nel suo ordine logico non parte, come avevano fatto gli altri Padri, dalla considerazione del Padre, Dio unico nella Persona del Padre, Principio della SS. Trinità. Questo metododarà facilmente adito a espressioni di subordinazianismo. Egli invece parte dal concetto dell’unica esemplicissima Sostanza o Natura Divina, per investigare la ragione della distinzione delle Persone, che sta nelle relazioni opposte. Toglie la inesattezza della Teologia Orientale, che, come abbiamo detto, sie esprimeva colla formula che lo Spirito Santo «procede dal Padre per il Figlio», e dice: «dal Padre e dalFiglio» come da un principio. Insiste pure sulla perfetta uguaglianza delle Tre Divine Persone. Tratta ampiamente l’argomento nel libro «De Trinitate» da cui togliamo solo alcune frasi: «Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono di una sola e identica Sostanza che dice Divina Unità con inseparabile uguaglianza» (1, 4). «In quella Trinità si dicono propriamente pertinenti alle singole Persone distintamente, quelle cose che sono dette relativamente a vicenda» (8, 1). E dello Spirito Santo afferma che «non è generato dall’uno e dall’altro, ma che procede da ambedue» (15, 26).C)

 

Le definizioni della Chiesa.

Nel primo Conc. Ecumenico a Nicea, viene definito che il Figlio è«consostanziale al Padre». La formula fu dichiarata espressamente nel Simbolo, che anche oggi si recita con circa le medesime parole nella Messa: «Gesù Cristo, Figlio di Dio, nato dal Padre, Unigenito, cioè della Sostanza del Padre, Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato, non fatto della unica sostanza col Padre, che in greco si dice omousion, per il quale sono state fatte tutte le cose» (D. B. 54).Per la Terza Persona, il secondo Concilio Ecumenico e cioè il Costantinopolitano 1 (381), condannò ogni eresia e specialmente quella degli Ariani e dei Macedoniani resistenti allo Spirito Santo. Nel Simbolo aggiunge le parole: «E nello Spirito Santo Signore e vivificatore che procede dal Padre (più tardi fu precisato: e dal Figlio) e che col Padre e col Figlio si deve adorare e glorificare» (D. B. 86).Ma precedentemente il Papa S. Damaso nel Conc. Romano IV (386) aveva definito che «Lo SpiritoSanto è veramente e propriamente dal Padre, come il Figlio dalla divina Sostanza, Dio vero» che «può tutto, conosce tutto, è da per tutto come il Figlio e il Padre» e che «le tre Divine Persone sono uguali»(D. B. 74 c.).Il Conc. di Bracar (561) condannò il Priscillianismo; il Laterano I (646) definì la distinzione delle tre  Persone, «tre Sussistenze consostanziali» (D. B. 254); il Laterano IV (1215) si pronunziò contro gli Albigesi e l’Ab. Gioacchino che distruggevano l’unità di natura ammettendo solo una unità morale (D. B.428); il Conc. di Lione Il (1274) definì che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio come da unico principio (D. B. 460); il Conc. di Firenze (1438) definì che in Dio «tutto è una cosa sola dove non c’èl’opposizione di relazione» CD. B. 691) s); e infine il Razionalismo fu condannato da Pio IX e il Modernismoda S. Pio X (D. B. 1655 s. e 2071 s).D) – Il Simbolo Atanasiano merita una citazione particolare, perchè porta i termini di quella chesarà la spiegazione scolastica. Nonostante il nome non è di S. Atanasio, ma cominciò ad essere divulgato nel V sec. e la Chiesa lo ha messo nella sua Liturgia. «La fede cattolica è questa: che adoriamo un soloDio nella Trinità e la Trinità nell’Unità. Non confondendo le Persone né separando la Sostanza. Poiché altra è la Persona del Padre, altra del Figlio; altra dello Spirito Santo. Ma del Padre e del Figlio e delloSpirito Santo una è la divinità, uguale la gloria, coeterna la maestà. Quale il Padre, tale il Figlio, tale lo Spirito Santo. Increato il Padre, increato il Figlio, increato lo Spirito Santo. Immenso il Padre, immenso ilFiglio, immenso lo Spirito Sarto. Eterno il Padre, eterno il Figlio, eterno lo Spirito Santo. E tuttavia non Tre Eterni, ma UNO Eterno. Come non tre increati, non tre immensi, ma UNO Increato e UNO Immenso. Similmente onnipotente il Padre, onnipotente il Figlio, onnipotente lo Spirito Santo. E tuttavia non tre onnipotenti, ma UNO Onnipotente. Così Dio il Padre, Dio il Figlio, Dio lo Spirito Santo. E tuttavia non treDei, ma UNO è Dio. Così Signore il Padre, Signore il Figlio, Signore lo Spirito Santo. E tuttavia non tre Signori, ma UNO è il Signore. Poiché come siamo costretti dalla verità cristiana a confessare singolarmente ciascuna Persona Dio e Signore, così la Religione Cattolica ci proibisce di dire tre Dei o tre Signori. Il Padre non è fatto da nessuno; né creato ne generato. Il Figlio è dal solo Padre, non fatto né creato, ma generato. Lo Spirito Santo dal Padre e dal Figlio: non fatto, né creato, né generato, ma procedente. Un solo Padre, dunque, non tre Padri, un solo Figlio, non tre Figli, un solo Spirito Santo, non tre Spiriti Santi. E in questa Trinità niente antecedente o posteriore, niente maggiore o minore, ma tutte le Persone sono coeterne a sé stesse e coeguali. Cosicché in tutti, come sopra è stato detto si debba adorare e l’Unità nella Trinità e la Trinità nell’Unità. Chi dunque vuoi essere salvo, senta così dellaTrinità»

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