Nel 1905, San Pio X promulgò una versione rivista di un catechismo del 1765, che chiamò Compendio della dottrina ristiana e che attualmente è noto come Catechismo Maggiore.
Nell’ottobre del 1912 lo stesso Pontefice pubblicò un nuovo catechismo, di impostazione differente dal primo, più breve (433 domande e risposte) e a carattere più pedagogico, chiamato Catechismo della dottrina cristiana. Questo testo, edito in numerose edizioni e dalla diffusione ininterrotta, ha formato più generazioni del ’900, almeno fino al Concilio.
Nella lettera di approvazione del nuovo catechismo, che doveva sostituire il vecchio, San Pio X scriveva:
«Fin dai primordi del nostro Pontificato rivolgemmo la massima cura all’istruzione religiosa del popolo
cristiano e in particolare dei fanciulli, persuasi che gran parte dei mali che affliggono la Chiesa provengono
dall’ignoranza della sua dottrina e delle sue leggi […]. Esortiamo vivamente nel Signore tutti i
catechisti, ora che la brevità stessa del testo ne agevola il lavoro, a volere con tanto maggiore cura
spiegare e far penetrare nelle anime dei giovanetti la dottrina cristiana, quanto maggiore è oggidì il
bisogno d’una soda istruzione religiosa, per il dilagare dell’empietà e dell’immoralità. Ricordino sempre
che il frutto del Catechismo dipende quasi totalmente dal loro zelo e dalla loro intelligenza e maestria
nel rendere l’insegnamento più lieve e gradito agli alunni».
cristiano e in particolare dei fanciulli, persuasi che gran parte dei mali che affliggono la Chiesa provengono
dall’ignoranza della sua dottrina e delle sue leggi […]. Esortiamo vivamente nel Signore tutti i
catechisti, ora che la brevità stessa del testo ne agevola il lavoro, a volere con tanto maggiore cura
spiegare e far penetrare nelle anime dei giovanetti la dottrina cristiana, quanto maggiore è oggidì il
bisogno d’una soda istruzione religiosa, per il dilagare dell’empietà e dell’immoralità. Ricordino sempre
che il frutto del Catechismo dipende quasi totalmente dal loro zelo e dalla loro intelligenza e maestria
nel rendere l’insegnamento più lieve e gradito agli alunni».