Canonicus – Sinossi degli errori imputati al Concilio Vaticano II

Editrice Ichthys

Nei testi del Concilio Vaticano II troviamo numerose affermazioni apertamente contrarie alla dottrina cattolica o altre fortemente ambigue, scritte per ingannare coloro che pensano che esso sia in continuità con la sana dottrina cattolica. Ed è per questo che è necessario mostrarne gli errori e le ambiguità per permettere, in questi tempi difficili, di continuare a professare la fede che la Chiesa ha sempre insegnato.

Quest’anno ricorre il cinquantenario dell’inizio del Vaticano II (11 ottobre 1962), tra l’esaltazione dei suoi fautori che, possiamo esserne sicuri, ripeteranno, sino allo sfinimento, la vulgata ufficiale, per la quale il Concilio non ha nulla a che vedere con la crisi spaventosa della Chiesa, esplosa quasi contestualmente ad esso e che ancora gravemente ci affligge.

Basti citare le parole pronunciate da Benedetto XVI durante la predica della Messa Crismale di quest’anno: «I testi del Concilio Vaticano II e il catechismo della Chiesa Cattolica sono gli strumenti essenziali che ci indicano in modo autentico ciò che la Chiesa crede a partire dalla Parola di Dio».

In questi ultimi anni, tuttavia, si sono aperte delle crepe nel muro alzato dai modernisti per difendere i loro errori: diversi sacerdoti, soprattutto giovani, hanno scoperto la bellezza dell’antico rito e della dottrina cattolica e autorevoli voci critiche, su tutte quelle di Mons. Brunero Gherardini e di Padre Serafino Lanzetta, si sono levate a contestare la falsa immagine di un Concilio che ha iniziato una “nuova primavera” nella storia della Chiesa.

Nonostante risalga a dieci anni fa, in concomitanza con i quarant’anni dall’inizio del Concilio, il testo scritto da “Canonicus” risulta, quindi, ancora attualissimo. Ispirato soprattutto dall’esemplare critica alle deviazioni conciliari e postconciliari elaborata da Mons. Francesco Spadafora e da Romano Amerio, oltre che dai puntuali interventi di Mons. Marcel Lefebvre, è stato reso possibile dall’esistenza di “sì sì no no”, il quindicinale antimodernista fondato da Don Francesco Putti, votato senza compromessi alla difesa della dottrina della Chiesa di sempre.

Pubblicato su “sì sì no no” in una serie di articoli (dal n. 7 del 2002 al n. 1 del 2003), ci auguriamo che, a Dio piacendo, possa concorrere efficacemente alla formazione di un’opinione pubblica cattolica convinta della necessità di quella revisione critica e riforma del non dogmatico Vaticano II, che i tempi sempre più urgentemente richiedono, per il bene della fede, della Santa Chiesa e del mondo.

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