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Il nuovo libro di Paolo Pasqualucci
L'inizio tumultuoso e per vari aspetti anomalo del Concilio Ecumenico Vaticano II è sempre stato poco conosciuto e lasciato cadere nell'oblio più completo dalla storiografia dominante sul Concilio, ragion per cui non si può nemmeno dire che sia stato "rimosso".
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di don Mauro Tranquillo
Il buon vecchio Karl (Marx) raccontava che l’unico motore delle vicende della storia era l’economia, la materia. Le ideologie, le religioni, altro non erano che sovrastrutture, create per giustificare o far funzionare meglio precise necessità economiche.
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I tempi in cui viviamo sono così bui perché sono il risultato della Rivoluzione liberale preparatasi lungo i secoli. Uno dei molteplici risultati di questa totale liberalizzazione della società moderna è proprio l’emancipazione dell’intelligenza dalla Verità e dal reale. Siamo giunti così a una graduale disgregazione delle certezze, fino a dissolverci nel più totale soggettivismo, che fa sì che non sia più l’individuo a doversi conformare alla realtà, ma che, al contrario, sia la realtà a essere prodotta e modellata dall’individuo.
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Recensione libraria
Qual è stata l’ “intenzione” del Concilio Vaticano II? Esso, a differenza di tutti i concili precedenti, ha voluto essere pastorale fin nel suo oggetto. Anche se questo concilio ha potuto prendere per oggetto materiale di studio dei punti differenti sia dottrinali, sia disciplinari, sia pastorali, l’ottica unica e specifica secondo la quale ha voluto considerare tutti questi punti non è stato dottrinale ma pastorale, in un senso fondamentalmente nuovo.
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Il nuovo libro di Cristina Siccardi esamina la catastrofe post-conciliare e sviluppa un’analisi delle cause e delle nefaste conseguenze del Concilio più discusso della storia.
“Come sono cambiate in questi decenni le figure del vescovo, del sacerdote, del monaco, del religioso, della suora, del chierichetto, del catechista? Che cosa presentavano gli schemi preparatori del Concilio per decidere di non prenderli in considerazione? […]”