San Josapht, martirizzato dagli "ortodossi". Basilica di san Pietrodi don Michel Gleize

1. Se si deve considerare Giovanni Paolo II come santo, si deve considerare la sua dottrina come irreprensibile, fin nei minimi dettagli; ma il grado eroico della virtù di fede implica una docilità senza incrinature a tutto lo spirito del magistero, che si esprime attraverso tutto l’insegnamento dei dottori, e non solamente l’adesione alla lettera degli insegnamenti del magistero infallibile e ai più piccoli denominatori comuni dei dogmi obbligatori.

 2. Se Giovanni Paolo II è realmente santo, i fedeli cattolici devono riconoscere che la Chiesa cattolica e le comunità ortodosse sono delle Chiese sorelle, corresponsabili della salvaguardia dell’unica Chiesa di Dio. Essi devono dunque riprovare l’esempio di Josaphat Kuncewicz, arcivescovo di Polostk (1580-1623) che, convertito dall’ortodossia, pubblicò nel 1617 una “Difesa dell’unità della Chiesa”, nella quale rimprovera agli ortodossi di dilaniare l’unità della Chiesa di Dio e, eccitando in tal modo l’odio di questi scismatici, venne da loro martirizzato.

3. Se Giovanni Paolo II è realmente santo, i fedeli cattolici devono riconoscere gli anglicani come dei fratelli e delle sorelle in San Fedele da Sigmaringen, martirizzato dai protestanti il 24 aprile 1622Cristo ed esprimere ciò attraverso la preghiera comune. Essi devono perciò riprovare l’esempio di Edmund Campion (1540-1581), che si rifiutò di pregare con il ministro anglicano al momento del suo martirio.

 

4. Se Giovanni Paolo II è realmente santo, i fedeli cattolici devono considerare che quello che divide i cattolici e i protestanti – cioè la realtà del santo sacrificio propiziatorio della messa, la realtà della mediazione universale della Santissima Vergine Maria, la realtà del sacerdozio cattolico, la realtà del primato di giurisdizione del vescovo di Roma – è minima cosa rispetto a quello che può unirli. Essi devono dunque riprovare l’esempio del cappuccino Fedele da Sigmaringa (1578-1622), martirizzato dai protestanti riformati presso i quali era stato inviato in missione, autore di una Disputatio contro i ministri protestanti, sul soggetto del santo sacrificio della messa.

5. Se Giovanni Paolo II è realmente santo, i fedeli cattolici devono riconoscere il valore della testimonianza religiosa del popolo giudeo. Essi devono dunque riprovare l’esempio di Pietro d’Arbues (1440-1485), grande inquisitore d’Aragona, che fu mmartirio di Edmound Campion sotto il regno di Elisabetta I, 1 dicembre 1581artirizzato in odio alla fede dai giudei.

6. Se Giovanni Paolo II è realmente santo, i fedeli cattolici devono riconoscere che dopo la risurrezione finale, Dio sarà soddisfatto dei mussulmani e che i mussulmani saranno soddisfatti di Lui. Dunque i fedeli cattolici dovrebbero riprovare l’esempio del cappuccino Giuseppe da Leonessa (1556-1612) che a Costantinopoli si spese senza economia a favore dei cristiani ridotti in schiavitù dagli islamici; per questo suo zelo fu incolpato presso il sultano di aver oltraggiato la religione mussulmana e gli fu applicato il supplizio della forca, per cui rimase tre giorni sospeso ad una catena, con una mano e un piede trapassati da un gancio. Ma dovranno riprovare anche l’esempio di Pietro Mavimene, morto nel 715 per aver insultato Maometto e l’Islam, dopo essere stato torturato per tre giorni.

7. Se Giovanni Paolo II è realmente santo, i fedeli cattolici devono riconoscere che i capi di Stato non possono arrogarsi il diritto di impedire la professione pubblica di una religione falsa. Essi devono dunque riprovare l’esempio del Re di Francia san Luigi IX che limitò quanto poté l’esercizio pubblico delle religioni non cristiane.

8. Eppure Josaphat Kuncewicz è stato canonizzato da Pio IX ed è festeggiato dalla Chiesa il 14 novembre, inoltre Pio XI gli ha consacrato un’enciclica. Edmund Campion è stato canonizzato da Paolo VI nel 1970 ed è festeggiato il 1° dicembre. Fedele da Sigmaringa è stato canonizzato nel 1746 ed è festeggiato nel calendario della Chiesa il 24 aprile; inoltre Clemente XIV l’ha designato come il “protomartire della pSan Pietro d'Abues, martirizzato dai giudeiropaganda”. Pietro d’Arbuès è stato canonizzato da Pio IX nel 1867 e Giuseppe da Leonessa nel 1737 da Benedetto XIV, la sua festa è celebrata dalla Chiesa il 4 febbraio; Pio XI l’ha anche proclamato patrono delle missioni di Turchia. San Pietro Mavimene, infine, è celebrato nella Chiesa il 21 febbraio. Quanto al re san Luigi, anche lui fu canonizzato e il suo esempio illustra nel modo migliore gli insegnamenti del santo Papa Pio X. Se Giovanni Paolo II è realmente santo, i Papi che hanno canonizzato questi santi (e tanti altri) si sono sbagliati: avrebbero proposto a tutta la Chiesa non l’esempio di una santità autentica ma piuttosto lo scandalo dell’intolleranza e del fanatismo. È impossibile sfuggire a questo dilemma.

9. L’unica conclusione che s’impone per risolvere un tale dilemma è che Karol Woityla non può essere canonizzato e l’atto che pretenderà di dichiarare la sua santità di fronte a tutta la Chiesa non sarà che una falsa canonizzazione.

 

 San Giuseppe da Leonessa

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