L'uomo per il suo corpo varrebbe poco o niente; per l'anima vale molto davanti a Dio. La natura umana è debole, inclinata al male per la colpa originale e deve sostenere continue battaglie spirituali. Iddio, in vista di ciò, ha voluto dare un valido aiuto agli uomini, assegnando a ciascuno un Angelo particolare, che chiamasi Custode. Disse il Signore Iddio nell'Antico Testamento: « Ecco che io manderò il mio Angelo, il quale ti precederà e ti custodirà lungo la via... Rispettalo ed ascolta la sua voce, né ardire disprezzarlo... Che se ascolterai la sua voce, sarò vicino ai tuoi nemici e colpirò chi ti colpirà ».
Su queste parole della Sacra Scrittura, la S. Chiesa ha compilato la preghiera dell'anima al proprio Angelo Custode:
« Angelo di Dio, che sei il mio Custode, illumina, custodisci, reggi, governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen! ».
Il compito dell'Angelo Custode
E' simile a quello della mamma presso il suo bambino. La mamma sta vicino al proprio figlioletto; non lo perde di vista; se lo sente piangere, corre subito in aiuto; se cade, lo rialza; ecc...
Appena una creatura viene in questo mondo, subito un Angelo del Cielo la prende sotto la sua cura. Man mano che raggiunge l'uso di ragione e l'anima è capace di fare il bene o il male, l'Angelo suggerisce buoni pensieri per far praticare la legge di Dio; se l'anima pecca, il Custode fa sentire il rimorso e le ispira di rialzarsi dalla colpa. L'Angelo raccoglie le opere buone e le preghiere dell'anima affidatagli e tutto presenta a Dio con gioia, perchè vede che la sua missione è fruttuosa.
Doveri dell'uomo
Innanzi tutto bisogna ringraziare il buon Dio d'averci dato un compagno tanto nobile in questa vita. Chi pensa a questo dovere di gratitudine?... Si vede che gli uomini non sanno apprezzare il dono di Dio!
Bisogna rivolgere il pensiero al proprio Custode con frequenza e non trattarlo da estraneo; gli si rivolga una prece mattina e sera. L'Angelo Custode non parla all'orecchio materialmente, ma fa sentire la sua voce internamente, nel cuore e nella mente. Tanti buoni pensieri e sentimenti, che abbiamo, forse crediamo che siano frutto nostro, mentre è proprio l'Angelo che lavora nel nostro spirito.
- Ascolta la sua voce! - dice il Signore. - Dobbiamo perciò corrispondere alle buone ispirazioni che il nostro Angioletto ci dona.
- Rispetta il tuo Angelo - dice Iddio - e non disprezzarlo. - È dovere quindi rispettarlo, comportandosi dignitosamente alla sua presenza. Colui che pecca, essendo in quel momento davanti all'Angelo, offende la sua presenza ed in qualche modo lo disprezza. Ci pensino bene le anime prima di peccare!... Commetteresti tu un'azione cattiva davanti ai tuoi genitori? ... Terresti un discorso scandaloso davanti ad una persona molto dignitosa?... Certamente no!... E come hai il coraggio di commettere cattive azioni alla presenza del tuo Angelo Custode?... Lo costringi, per così dire, a velarsi il volto per non vederti peccare! ...
Giova tanto, quando si è tentati a peccare, ricordarsi dell'Angelo. Le tentazioni sogliono avvenire quando si è soli ed allora facilmente si opera il male. Ci si convinca che mai siamo soli; c'è con noi sempre il Celeste Guardiano.
Servirsi dell'Angelo
L'Angelo Custode ha cura della persona affidatagli dal Signore; si mette a sua disposizione quando l'anima è in grazia di Dio e lo invoca di cuore.
L'Angelo è contento quando può rendere servizi particolari; dunque si faccia operare. E come?
Noi siamo a lavoro; non possiamo recarci in Chiesa per fare una visita a Gesù Sacramentato. Diciamo al nostro Custode: « Angioletto mio, va' a fare una visitina a Gesù per me! Lodalo e ringrazialo a nome mio! Offri tu a Dio il mio cuore! ». In un attimo l'Angelo accoglie l'ambasciata ed eccolo davanti al Tabernacolo. L'anima avverte d'ordinario qualche cosa di misterioso internamente, cioè una dolce pace.
Dobbiamo fare un viaggio; potranno capitare pericoli per l'anima e per il corpo. Diciamo: « Angioletto mio, mettimi sotto la tua protezione ed accompagnami lungo il viaggio ».
C'è un parente lontano, del quale non si hanno notizie; si sta in ansia. Si dia l'incarico al Custode nostro: «Angelo di Dio, ricorda a quel mio parente di mandarmi qualche notizia». Se questo è conforme ai voleri del Signore, l'Angelo Custode è in grado di suscitare nella mente del lontano il pensiero di dare notizia ai congiunti.
Si teme che qualcuno della famiglia sia in pericolo per circostanze particolari; la madre, ad esempio, prevedendo ciò, vorrebbe essere presente al marito... ai figli... ma non può. Dia l'incarico all'Angelo: «Va', o mio Custode, ad assistere il marito ... il figlio;... Fa' tu quello che non posso fare io!» - Gli effetti potranno essere sorprendenti. Basta farne l'esperienza.
Si vuole convertire un peccatore. Si preghi, l'Angelo Custode di questo tale, affinché agisca nell'anima del traviato. Dietro questa preghiera, chi sa quanti buoni pensieri l'Angelo susciterà nella mente del peccatore per richiamarlo a Dio!
Si fa il catechismo ai piccoli; il maestro o la maestra si raccomandino agli Angeli di questi piccoli e la lezione sarà più efficace.
Un sacerdote ha da fare una predica e desidera far molto bene alle anime. Prima di predicare si raccomandi agli Angeli Custodi di coloro che stanno in Chiesa. Il frutto della predica sarà grande, perché gli Angeli aiuteranno l'opera della grazia.
Insegnamenti di S. Giovanni Bosco
S. Giovanni Bosco inculcava spesso la devozione all'Angelo Custode. Diceva ai suoi giovani: « Ravvivate la fede nell'Angelo Custode, che è con voi ovunque siate. Santa Francesca Romana se lo vedeva sempre davanti con le mani incrociate sul petto e gli occhi rivolti al Cielo; ma per ogni suo anche più piccolo mancamento, l'Angelo si copriva come per vergogna il volto e talora le voltava le spalle ».
Altre volte il Santo diceva: « Cari giovani, fatevi buoni per dare allegrezza al vostro Angelo Custode. In ogni afflizione e disgrazia, anche spirituale, ricorrete all’Angelo con fiducia ed egli vi aiuterà. Quanti, essendo in peccato mortale, furono dal loro Angelo salvati dalla morte, perché avessero tempo di confessarsi bene! ».
Il 31 Agosto 1844, la moglie dell'ambasciatore del Portogallo sentì dirsi da Don Bosco: « Lei, signora, oggi ha da viaggiare; si raccomandi molto al suo Angelo Custode, perché l'assista e non abbia a spaventarsi del fatto che le accadrà ». - La signora non comprese. Partì in carrozza con la figlia e la serva. Nel viaggio i cavalli imbizzarrirono e il cocchiere non riusciva a frenarli; la carrozza urtò in un mucchio di pietre e si rovesciò; la signora, mezzo fuori dalla carrozza, fu trascinata con la testa e le braccia per terra. Subito invocò l'Angelo Custode ed improvvisamente i cavalli si fermarono. Accorse gente; ma la signora, la figlia e la serva uscirono da sole dalla carrozza incolumi; anzi continuarono il cammino a piedi, essendo la vettura ridotta in condizioni miserrime.
Don Bosco aveva parlato una domenica ai giovani sulla devozione all'Angelo Custode, esortandoli ad invocarne l'aiuto nei pericoli. Alcuni giorni dopo, un giovane muratore si trovava con altri due compagni sul ponte di una casa, al quarto piano. Improvvisamente l'impalcatura cedette; tutti e tre precipitarono sulla strada col materiale. Uno rimase ucciso; un secondo, gravemente ferito, fu portato all'ospedale, ove morì. Il terzo, che la domenica precedente aveva sentita la predica di Don Bosco, appena si accorse del pericolo, disse gridando: « Angelo mio, aiutami! » L'Angelo lo sostenne; difatti si alzò senza nessuna scalfittura e corse subito da Don Bosco a raccontargli il fatto.
Dopo la vita terrena
L'Angelo, dopo aver assistita la creatura umana durante la vita e specialmente in punto di morte, ha l'ufficio di presentare l'anima a Dio. Questo si rileva dalle parole di Gesù, quando parlò del ricco epulone: « Morì Lazzaro, il povero, e dagli Angeli fu portato nel seno di Abramo; morì il ricco epulone e fu sepolto nell'inferno ».
Oh, come è contento l'Angelo Custode quando presenta al Creatore l'anima spirata in grazia di Dio! Dirà: O Signore, la mia opera è stata proficua! Ecco le opere buone compiute da quest'anima!... Eternamente avremo in Cielo un altro astro, frutto della vostra redenzione! –
I popoli
Iddio non solo manda un Angelo a ciascun uomo, ma destina anche un Angelo Custode particolare ad ogni città o paesetto e ad ogni nazione. Questo risulta dalla Sacra Scrittura. Si legge infatti nella Bibbia: - Iddio era irato contro Gerusalemme e la puniva con la schiavitù babilonese. L'Angelo addetto alla custodia di essa, disse: « O Dio degli eserciti, e quando avrai tu pietà di Gerusalemme e delle altre città di Giudea? Sino a quando ti mostrerai irato? Questo è già il settantesimo anno! ».
Gli Ebrei, popolo di Dio, combattevano contro i nemici. L'Angelo incaricato degli Ebrei, ordinariamente stava davanti agli accampamenti; ma una volta, chi sa per quale fine, cambiò posto ed andò a mettersi dietro a quelli che combattevano; forse in segno di castigo.
Una volta il re degli Assiri voleva abbattere gli Ebrei. L'Angelo del popolo di Dio allora sconvolse l'esercito assiro, percuotendo i soldati più robusti e lo stesso comandante dell'esercito.
La Sacra Scrittura ci dice che l'Arcangelo Gabriele era il Tutelare degli Ebrei schiavi in Babilonia, mentre l'Arcangelo S. Michele era il Custode di tutta la nazione ebraica. Nell'Antico Testamento si parla anche dell'Angelo dei Greci e di quello dei Persiani.
Le famiglie
I Santi Padri della Chiesa sono unanimi nell'affermare che c'è anche un Angelo alla custodia di ogni famiglia e di ogni comunità. Secondo questa dottrina, appena due si sposano, subito Iddio destina un Angelo particolare alla nuova famiglia. Questo pensiero è tanto confortante: pensare che c'è un Angelo come guardiano della nostra casa.
Si raccomanda d'invocare questo Celeste Spirito, almeno nelle circostanze più difficili della vita familiare. Fortunate quelle abitazioni, ove si prega e si compiono opere buone! L'Angelo soddisfa al suo compito con gioia. Ma quando nella famiglia si bestemmia o si commettono impurità, l'Angelo Custode vi sta, per così dire, come tra le spinte.
San Filippo Neri
Uno dei Santi più popolari di Roma fu San Filippo Neri. Esercitava le virtù cristiane con grande perfezione particolarmente la carità verso i poverelli. Un giorno si presentò al Santo un povero. Al solito, San Filippo diede l'elemosina. Il povero cambiò di forma, divenne bello e luminoso e disse: « Io sono un Angelo del Signore! » E sparì. Il Santo ne provò tanta gioia.
Di notte tempo egli andava una volta a portare il pane a famiglie bisognose. Nel buio precipitò in una fossa. Povero vecchietto! Rimase là dentro, impotente ad uscirne. Si rivolse a Dio. L'Angelo Custode, che sino a quel momento l'accompagnava invisibilmente, prese forma umana; diede la mano al Santo e in un attimo lo estrasse dalla fossa. Giusto premio a chi esercita la carità cristiana!
(tratto da “Gli angeli” di don Giuseppe Tomaselli)