Scendeva dal pulpito Don Bosco, dopo aver toccato il cuore degli uditori, e si avviava alla sacrestia. Al suo passaggio i fedeli s'inginocchiavano, gli baciavano la mano ed anche il lembo della veste. Non pochi dicevano: E' Santo! E' Santo! -
Don Bosco giunse in sacrestia piangendo.
- Che cosa le è capitato? - gli si chiese.
- Povero me! Quando morrò, mi lasceranno in Purgatorio! Si penserà: Don Bosco è Santo! - e così nessuno pregherà per me!... Ah, il mio Purgatorio! -
Che cosa è dunque questo Purgatorio, temuto anche dai Santi? Chi ci assicura della sua esistenza? Che cosa si soffre? Come liberarsene? In che modo sollevare le anime che vi si trovano?
Con ragionamenti e fatti verranno chiariti questi concetti.
La sorte eterna
Iddio ci ha formati di anima e di corpo. Ci ha messi su questa terra per darci la possibilità di guadagnarci il premio eterno. Nel mondo siamo di passaggio e da un momento all'altro possiamo essere chiamati all'eternità. E' da incoscienti, o meglio, è da pazzi il credere che la vita sia fine a se stessa. La vera vita è quella futura, che ci attende.
Gesù Cristo, Dio-Uomo, l'ha detto e ripetuto con insistenza: Fatevi dei tesori per l'altra vita!... E' meglio andare in Paradiso con un occhio solo, anziché all'inferno con due... Nella Casa del Padre mio ci sono molte mansioni!... Vado a prepararvi un posto!... Che cosa giova all'uomo se avrà guadagnato tutto il mondo e poi perderà l'anima sua?... Nell'altra vita sarete come gli Angeli di Dio!... Morì il ricco epulone e fu sepolto nell'inferno!... -
Dunque il Figlio di Dio, Verità per essenza, c'insegna che dopo questa vita ce n'è un'altra, che non finirà mai. Per conseguenza quando si muore, non si muore del tutto, ma solo avviene la separazione dell'anima dal corpo. Va a marcire il corpo nella tomba, in attesa dell'universale risurrezione; l'anima invece, appena spirata, vede Iddio ed in un batter d'occhio, viene giudicata. Se ha trascorsa la vita senza macchia e quindi non ha alcun debito di pena, subito entra nel gaudio eterno e viene inabissata in un oceano di delizie, al cui confronto sono un nulla tutte le gioie terrene. Se l'anima è spirata nella disgrazia di Dio, cioè macchiata di grave colpa, è destinata all'inferno, secondo le parole di Gesù: Va', maledetta, nel fuoco eterno, preparato a Satana ed ai suoi seguaci! -
Il Purgatorio
Ma oltre al Paradiso e all'inferno, ci deve essere un altro luogo, dimora temporanea, dove l'anima possa purificarsi. Lo richiede la ragione e lo insegna Dio stesso.
Un'anima ha peccato gravemente e molte volte; prima di partire da questo mondo, si pente, chiede perdono a Dio e riceve anche l'Assoluzione Sacramentale. All'inferno non può andare, perché è in grazia di Dio; subito in Paradiso non può essere ammessa, perché ha debiti da scontare e non può avere l'identica sorte di un'anima innocente. Dunque, prima di entrare in Cielo, deve andare in luogo di purificazione.
Similmente un'altra anima non ha commesso mai un grave peccato; è però caduta in molte colpe leggere, che non ha detestato e riparato abbastanza in vita. All'inferno, supplizio eterno, non può andare; siccome in Paradiso nulla può entrare di macchiato, quest'anima deve purificarsi prima di essere ammessa alla visione beatifica di Dio.
La ragione dunque spinge a credere che deve esistere il Purgatorio. La fede lo insegna espressamente.
Nella Sacra Scrittura, e precisamente nel Libro Secondo dei Maccabei, si legge: E' cosa santa e salutare il pregare per i defunti, affinché siano sciolti dai loro peccati. -
Si potrebbe chiedere: Ma i peccati non ci sono perdonati da Dio soltanto mentre siamo in questa vita? - No; anche dopo la morte c'è la remissione dei peccati. Dice infatti Gesù: Chi avrà bestemmiato contro il Figlio dell'Uomo, sarà perdonato; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo (...cioè resistendo alle verità rivelate da Dio... ) non sarà perdonato né in questo secolo, né nell'altro. -
Dunque ci sono peccati che saranno rimessi dopo la morte; e non saranno certamente le anime condannate all'inferno ad usufruire di questo perdono, ma soltanto quelle che hanno dei debiti temporanei verso la Divina Giustizia. Siccome noi non possiamo sapere, senza una particolare rivelazione, chi sia salvo o no, conviene pregare per tutti i defunti, buoni o cattivi.
Tutti i popoli, anche pagani, hanno il culto dei morti ed offrono sacrifici a Dio in riparazione. Noi cattolici abbiamo un culto specialissimo, per cui rendiamo gloria al Creatore e tanto vantaggio e conforto arrechiamo ai nostri morti.
In aiuto a queste affermazioni, vengono le innumerevoli apparizioni di trapassati.
A Torino
Interessante è il fatto avvenuto nel 1946 nella persona dell'ingegnere Enzo Crozza, domiciliato a Torino, in via Ilarione Petitti, 34.
Questo ingegnere, ammalatosi nel 1942 si era fatto assistere in famiglia nelle ore notturne da una Suora del Cottolengo, certa Suor Angela Curti. Nel 1944 la Suora moriva nel Cottolengo; l'ingegnere non ne sapeva nulla.
Il Signor Crozza fu operato di appendicite nella sua abitazione nel 1946 e, memore delle delicate cure di Suor Curti, mandò la moglie al Cottolengo per invitarla a venire ad assisterlo.
Mentre la moglie faceva le scale, incontrò la Suora.
- E voi, qui?... Venivo proprio in cerca di voi!
- Ho saputo che vostro marito sta male e son venuta a cercarlo! -
Per quindici notti consecutive Suor Angela vegliò al capezzale dell'ingegnere; veniva la sera e partiva al mattino. Finita la sua missione, si licenziò senza chiedere alcun compenso.
Quando il Signor Crozza si ristabilì discretamente, andò al Cottolengo con la moglie per ringraziare ancora una volta la Suora. Quale non fu la sua meraviglia a senirsi dire: Cercate di Suor Angela?... Ma da due anni è al cimitero!... E' morta qui! - Eppure la Suora che mi assisteva era lei, in carne ed ossa! E non sono io solo a constatare il fatto, ma tutta la famiglia!... -
Come spiegare questo avvenimento? O la Suora era entrata in Paradiso e veniva in aiuto a persona cara, oppure era in Purgatorio ed il Signore le permetteva di compiere ancora qualche atto di carità.
Di simili fatti potrei riportarne non pochi; sono testimonianze di oltre tomba. Ma poichè qui si parla del Purgatorio, giova sapere che in Roma, poco distante dalla città del Vaticano, esiste il Museo del Purgatorio, ove si possono vedere, con i relativi documenti storici, oggetti bruciati da anime del Purgatorio, apparse in forma umana.
Essenza del Purgatorio
Come si scontano i peccati dopo questa vita? Con la privazione temporanea della vista di Dio e con altre pene, che tolgono dall'anima ogni resto di colpa.
La prima pena è del danno. Finché siamo su questa terra, possiamo distrarci ed attaccare il cuore a tante piccole cose; l'attrazione a Dio non tutti la sentono e non tutti l'hanno allo stesso grado. Appena l'anima si libera dai lacci del corpo, tende a Dio, più che il ferro alla calamita, sente l'amore e non può soddisfarlo. Possiamo farci una qualche idea, pensando all'assetato davanti ad una fonte di acqua fresca, incapace di toccarla. Le parole che disse mia madre apparendo: Spasimo dal desiderio di entrare in Cielo! - fanno comprendere lo strazio dell'anima che è in Purgatorio, cioè nella privazione temporanea della visione beatifica di Dio.
C'è' anche la pena del senso ed è quella che meglio possiamo immaginare e comprendere, facendo il confronto con le sofferenze corporali. Come può un'anima, che è senza corpo, avere le sofferenze dei sensi nel Purgatorio? Ciò avviene in modo a noi incomprensibile, poichè nessun mortale può penetrare negli arcani dell'ordine soprannaturale.
Per le cose, per cui l'uomo avrà peccato, per queste stesse cose sarà tormentato.
Dante Alighieri immaginò e descrisse da uomo superiore il Purgatorio. Per quanto possano essere gravi le pene che egli abbia assegnate ad ogni categoria di anime, tuttavia parla sempre da uomo e quanto è detto nella Divina Commedia è sempre inferiore alla realtà. Egli adoperò la legge del « contrappasso, cioè sottopose pena corrispondente al peccato commesso dalle varie facoltà spirituali e dai vari sensi.
Una visione
Santa Maria Maddalena De' Pazzi in un'estasi fece il giro del Purgatorio in compagnia del suo Angelo Custode. Che strazio provò il suo cuore!
- Misericordia, esclamava la Santa, misericordia, Dio mio! Sangue prezioso del mio Redentore, scendi su queste anime e liberale dal loro tormenti!
Fu ammessa a contemplare le pene dei bugiardi, i quali erano tormentati con piombo fuso in bocca, mentre stavano immersi in uno stagno infuocato.
Potè osservare coloro che avevano peccato contro la purezza, che erano stati perdonati, in vita, ma che non avevano espiato abbastanza le loro colpe. La loro prigione era talmente sudicia e fetente, che solo a vederla chiudeva il cuore. La Santa passò oltre senza dire parola.
Eccomi ora punito!
Nella vita del Padre Nicola Zucchi si legge:
Un cavaliere desiderava sposare una nobile giovane romana, la quale aveva stabilito di farsi Suora. Tutte le insistenze furono vane. Lo stesso Padre Zucchi si sentì in dovere di rimproverare il cavaliere.
La giovane entrò nel convento; il giovane dopo quindici giorni moriva.
Dopo qualche tempo la Religiosa sentì tirarsi le vesti da una mano invisibile ed udì una voce: Vieni al parlatorio! -
Vi andò e trovò un uomo.
- Chi siete voi? Che cosa desiderate da una Suora?
- Io sono quel cavaliere che pretendeva la vostra mano. -
Così dicendo, l'uomo aprì il mantello in cui era avvolto e fece vedere delle catene di ferro, delle quali alcune gli pendevano dal collo, altre gli stringevano i polsi ed altre le gambe.
- Pregate per me!... Volevo incatenare con amore profano una sposa di Cristo ed eccomi ora punito! -
Detto ciò, l'uomo sparì.
Ricompensa per una Messa
Un orfanello aveva trovato una moneta lungo un sentiero. Avrebbe potuto appropriarsene, poichè impossibile trovarne il padrone; avrebbe potuto sovvenire a qualche urgente bisogno; ma non lo fece. Pensò di far celebrare una Santa Messa per i genitori defunti.
Iddio gradì il pietoso atto e venne in soccorso dell'orfanello. Quando questi chiese al Sacerdote la celebrazione della Messa, suscitò l'interessamento del Ministro di Dio.
- Tu sei privo dei genitori e fai bene a ricordarti di loro. Ma come vivi al presente?
- Faccio il pastorello.
- Ti piacerebbe studiare e divenire Sacerdote?
- Lo desidero tanto! Ma non ho i mezzi.
- Se ti aiutassi io?
- Non saprei come ringraziarvi!... - Da quel giorno il fanciullo lasciò le pecore e si diede allo studio. Poté un giorno divenire Sacerdote, poi Cardinale ed anche Santo. Forse la Chiesa non avrebbe San Pier Damiani, se questi da fanciullo non si fosse ricordato di suffragare i genitori.
Esortazione
Si facciano celebrare delle Sante Messe, specialmente nel primo tempo del trapasso di persone care; il periodo del lutto è assai propizio, perchè, l'immagine del defunto è più viva nella mente dei parenti.
Trascorso il lutto, non si dimentichi il grande suffragio. Oltre alle Messe di anniversario, si pensi a farne celebrare una mensilmente e si faccia di tutto per assistere al Santo Sacrificio e comunicarsi; così il suffragio sarà più abbondante.
Chi non avesse i mezzi per la celebrazione delle Messe, ne ascolti più che può.
Le trenta Messe
San Gregorio Magno celebrava di continuo per un Confratello defunto. Mentre era all'Altare per la trentesima Messa, gli apparve l'anima: Ho aspettato con ansia quest'ultimo Sacrificio. Proprio ora esco dal Purgatorio! -
Dietro questa rivelazione è venuta la pratica delle trenta Messe, chiamate « Gregoriane ». Non è detto che dopo una tale celebrazione abbia ad uscire assolutamente l'anima dal Purgatorio, potendo Iddio assegnare il suffragio anche ad altri defunti; però la Messa Gregoriana ha un grande valore, perchè ha l'intercessione di San Gregorio Magno.
Pia pratica
A chi desidera di suffragare molto i defunti, si consiglia una piccola pratica, utilissima. Dire spesso: Eterno Padre, vi offro tutte le Messe celebrate e quelle che si celebreranno sino alla fine del mondo, in suffragio delle anime del Purgatorio! -
Questa offerta fa prendere parte a tutti i Santi Sacrifici ed arreca molto suffragio. Sarebbe bene ripeterla ogni giorno, mattina e sera.
La Comunione
Dopo della Messa, il più grande sollievo è apportato nel Purgatorio dalla Santa Comunione.
Oh, se si avesse più fede e si amassero di più i cari morti, quante Comunioni si farebbero e con quanta maggiore devozione!
Quando si ha nel cuore Gesù, Il Re dell'eterna gloria, quante grazie si possono ottenere!
E' tanto facile comunicarsi, eppure si fa così di raro!
Per suffragare i morti, si vada alla Comunione non solo nell'anniversario del lutto, ma anche nel giorno del mese in cui è avvenuta la morte della persona cara.
La pietà dei fedeli dedica ai defunti un giorno della settimana, cioè il lunedì. Vi son di quelli che in detto giorno vanno al Cimitero a deporre fiori sulla tomba o ad accendere ceri; facendo questo, credono di fare molto, mentre in realtà fanno poco o niente. La visita alla tomba, i fiori ed i ceri, quando non sono accompagnati almeno da qualche preghiera, non giovano nulla al defunto, ma sono un sollievo al cuore del vivente. Al morto vale più una sola Comunione di suffragio, anziché molte visite alla tomba e molti fiori.
Purtroppo molti, dico molti, non comprendono ciò. In pratica, ogni lunedì ci si comunichi od almeno ogni primo lunedì di mese.
Le indulgenze
Un potente aiuto ai morti si può apportare con l'applicazione delle sante indulgenze.
L'indulgenza è una remissione di pena temporanea meritata peccando, che la Chiesa concede sotto certe condizioni a chi è in grazia di Dio.
L'indulgenza si dice parziale, quando rimette solo una parte della pena; si dice plenaria, quando rimette tutta la pena.
Alcune indulgenze si possono applicare o a noi o ai defunti; altre invece soltanto ai defunti.
Il Sangue del Redentore
Qualunque preghiera è un buon suffragio. Si suggerisce però qualche preghiera particolare, affinchè i fedeli la utlizzino molto.
L'offerta del Divin Sangue è di grandissimo sollievo alle anime penanti. Gesù disse un giorno a Santa Maria Maddalena De' Pazzi: Da che tu offri al Divin Padre il mio Sangue per le anime del Purgatorio, non puoi immaginare quante di esse siano state liberate da quelle pene!
La Santa ripeteva cinquanta volte al giorno quest'offerta, esortando le Consorelle a fare altrettanto.
L'Atto Eroico
Si viene ora a spiegare l'essenza dell'Atto Eroico di carità e la sua importanza, non potendosi apprezzare ciò che non si conosce.
Quando si compie un'opera buona, anche minima, si acquista un grado di gloria eterna, che potrà perdersi solo con il peccato mortale; tale merito non può cedersi ad altri. La stessa opera buona compiuta mette l'anima in condizione di ricevere grazie da Dio. Oltre a ciò, questa opera buona fa scontare parte della pena temporanea dovuta ai peccati. Quest'ultimo merito, chiamato « soddisfattorio », si può cedere o in parte o totalmente.
Chi cede il merito soddisfattorio di ogni opera buona fatta in vita e cede inoltre i suffragi che potrà ricevere dopo la morte, compie un'opera eccellentissima, detta comunemente Atto Eroico di carità.
Chi fa quest'Atto dovrebbe poi scontare in Purgatorio tutta la pena dovuta alle proprie colpe. In questo però c'è da guadagnare.
Ad una persona ignorante sembra inutile, anzi dannoso, consegnare il proprio denaro alla banca; eppure questo è un bel mezzo non soltanto per conservare il capitale, ma anche per accrescerlo. Lo stesso avviene nell'ordine spirituale. I propri meriti si mettono nelle mani di Dio e della Madonna a vantaggio delle anime purganti e vanno aumentando i meriti di gloria eterna, perché avvalorati dalla carità.
Comunemente si crede che coloro i quali fanno l'Atto Eroico, abbiano a stare in Purgatorio poco tempo, nella speranza che il Signore usi verso di costoro la misericordia che essi hanno avuto verso le anime purganti. Ci si basa sulle parole di Gesù: Con la misura, con la quale avrete misurato agli altri, sarà misurato anche a voi!... Date uno e riceverete cento! -
Come si vede, ci si guadagna a fare l'Atto Eroico.
Non è necessaria una formula speciale per emettere questo Atto; può farsi anche mentalmente. Tuttavia potrebbe servire la seguente formula:
«Mio Dio, metto nelle vostre mani e in quelle della Madonna tutte le mie opere soddisfattorie, che farò in vita, e quelle che gli altri faranno per me dopo la mia morte, affinché servano di suffragio alle anime del Purgatorio. Io mi rimetto alla vostra misericordia ».
L'Atto Eroico si può annullare, o ritirare, senza essere rei di peccato.
E' bene notare che, anche dopo questa offerta, si può pregare per qualunque bisogno proprio.
Che il Signore ispiri a molti di compiere l'Atto Eroico di carità!
Tratto da "I nostri morti" di don Giuseppe Tomaselli