“Itinerario Spirituale.
Seguendo San Tommaso d'Aquino nella sua Somma teologica.”
brani scelti
Capitolo V - La creazione del mondo - L'uomo (A)
Non pregheremo mai abbastanza per chiedere a Gesù e a Maria di aprire gli occhi del nostro spirito e di comunicarci l’intelligenza e la luce che avevano le loro anime, per vedere attraverso l’opera della creazione del mondo e dell’uomo le perfezioni infinite di Dio, la diffusione della Sua Carità e la sovrabbondanza della sua Misericordia. «Beati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli! Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio!» (Mt. 5,3-8). È concepibile che ciò che dovrebbe incessantemente condurci a Dio sia diventato invece un ostacolo, uno schermo alla nostra conoscenza di Dio? Tutta la Scrittura ci invita a cantare la gloria e la potenza di Dio attraverso le sue creature. Essa non cessa di ricordarci il dominio assoluto di Dio sull’universo spirituale e materiale: Nostro Signore, vero Dio, ci ha mostrato che Egli dominava ogni creatura, poiché tutto Gli ubbidiva istantaneamente.
Accettiamo con semplicità, umiltà e fede, il racconto della Genesi che ci descrive l’opera della creazione realizzata da Colui che è la fonte dell’essere. «Venite, adoremus et procidamus ante Deum, ploremus coram Domino, qui fecit nos, quia Ipse est Dominus Deus noster»[1] (Salmo 94); questo è il solo vero atteggiamento che possiamo avere davanti al mistero insondabile di Dio Creatore.
Approfittiamo dei contatti che le persone hanno con il creato - dal momento che viaggiano continuamente - per far loro vedere Dio attraverso le meraviglie delle cose create e per ricondurre le creature che noi siamo alla loro vera dimensione di fronte a Dio, a Nostro Signore, allo Spirito Santo. Incoraggiamo i nostri fedeli a vivere in campagna e ad allontanarsi dalle città, che diventano sempre più luoghi di perdizione e di scandalo. Che approfittino dei corsi per corrispondenza, sia religiosi che profani, per educare i loro figli.
Tutta la natura, non solo canta la gloria del Creatore, ma rivela la Carità che ha dominato tutta la creazione, realizzando con somma perfezione lo scopo assegnato ad ogni creatura, nell’obbedienza perfetta alle leggi stabilite da Dio: leggi di gravitazione, leggi di attrazione, leggi di gravità, leggi della vegetazione, leggi del regno animale. Niente nell’applicazione di queste leggi sfugge a Dio, tranne quando l’uomo interviene per turbare le leggi della natura. Questa Carità innata, che le leggi naturali ci manifestano nel mondo privo d’intelligenza, dovrebbe incoraggiarci a seguire la legge di carità che Dio ha scritto nelle nostre anime, nei nostri cuori e nei nostri corpi e che Egli si è degnato di manifestarci nella sua Rivelazione. Così si apre per noi la meditazione o la contemplazione dell’opera che Dio nella Sua suprema Saggezza ha voluto realizzare nell’uomo.
Quest’opera è fatta senza dubbio di armonia, ma anche di contrasto tra il mondo materiale e quello spirituale, diversamente dalla creazione dei puri spiriti che sono gli angeli.
Questa unione dei due mondi nell’uomo, spirito e corpo, è per lui al tempo stesso fonte di gratitudine per i doni straordinari della parte spirituale ornata per giunta dei doni soprannaturali, ma anche una fonte di umiltà, e tosto di umiliazione, per l’anima imprigionata nell’involucro corporale e dipendente in tutto dal corpo per la conoscenza e la realizzazione della volontà di Dio. Il che ci rende necessario un insegnamento, un’educazione e delle autorità umane per venire in aiuto delle anime, per realizzare il fine che Dio assegna loro: la felicità eterna nel seno della Divina Trinità, mediante l’adempimento della legge e con l’aiuto della grazia.
[1] «Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Dio, piangiamo davanti al Signore che ci ha creato, poiché Lui è il Signore Dio nostro».