primo piano di mons. LefebvreItinerario Spirituale.

Seguendo San Tommaso d'Aquino nella sua Somma teologica.

brani scelti

 

Capitolo V - La creazione del mondo - L'uomo (C)

Lo studio della morale può essere prospettato in base alla conformità alla legge o anche in base allo sviluppo della grazia nelle virtù, nei doni dello Spirito Santo, nelle beatitudini, nei frutti dello Spirito Santo. I catechismi in generale prospettano piuttosto la conformità alla legge, passando in rivista i comandamenti di Dio e della Chiesa, e in tale occasione parlano della carità e delle virtù, ma soltanto occasionalmente. Molti libri di teologia morale fanno lo stesso. San Tommaso ha preferito studiare le virtù in modo approfondito congiungendo i comandamenti alle virtù. Le ragioni di questa scelta sono sviluppate, nel commento dell’inizio della IIa IIae, dal Padre Bernard. I motivi sono assai suggestivi. Infatti l’acquisto delle virtù si presenta all’anima come un magnifico ideale da perseguire, che fa fiorire ed arricchisce, opera di santificazione con l’aiuto dello Spirito Santo per raggiungere il fine da conquistare: compiere, nell’obbedienza alla volontà di Dio, l’opera di carità verso Dio e verso il prossimo che ci è assegnata e meritare così la vita eterna.

Questo modo di studiare la vita morale e spirituale suscita da se stessa la lotta spirituale contro il peccato, contro tutte le influenze malefiche del mondo e del demonio e ci pone in quello stato di vigilanza tanto raccomandato da Nostro Signore: «Vigilate et orate...» (Mt. 26,41), «Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora» (Mt. 25,13).

Nella direzione spirituale è più incoraggiante incitare all’acquisto delle virtù, ed evitare per ciò stesso il vizio, che difendere l’applicazione della legge, pur essendo quest’ultima assolutamente necessaria per ben orientare l’esercizio della nostra libertà.

(Voler definire la libertà e il suo campo d’azione facendo astrazione dal nostro fine e dalle leggi stabilite da Dio e dalle autorità legittime per pervenire ad esso è un’impostura ed è l’instaurarsi del principio rivoluzionario nella coscienza umana. Questo è il principio del liberalismo, del razionalismo, che fa della libertà e della ragione dei valori assoluti e non essenzialmente relativi al piano divino della Provvidenza).

«Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati!» (Mt. 5,6), cioè beati quelli che hanno fame e sete di santità. La santità si realizza con l’esercizio di tutte le virtù, le virtù teologali che non hanno limiti! La Fede in Dio, l’amore di Dio, la speranza in Dio possono crescere infinitamente, senza misura. La misura dell’amore di Dio è l’amarLo senza misura: è questo l’oggetto del primo Comandamento.

Le virtù morali naturali e anche soprannaturali sono suscettibili di misura; per questo la virtù della prudenza interviene con il dono del consiglio per stimare il giusto uso di queste virtù di giustizia, di fortezza e di temperanza nel compimento della Volontà di Dio. «Non plus sapere quam oportet sapere – Non stimarsi più di quanto si deve» (Rom. 12,3).

Le virtù soprannaturali potranno portare ad atti eroici, come il martirio che è l’atto per eccellenza della virtù di fortezza.

La virtù di religione, virtù annessa della giustizia, sembrerebbe non cadere sotto misura. Tuttavia questa virtù regola gli atti esteriori del culto e in ciò possono esserci degli eccessi. È evidente che la virtù interiore della devozione si unisce alla carità e non ha misura, ma se essa spingesse ad una moltiplicazione esagerata degli atti esteriori di devozione o a disordinate manifestazioni esteriori di devozione, essa diverrebbe oggetto di misura.

Ci si potrà riferire a San Tommaso e ad autori approvati, per lo studio dettagliato di ogni virtù, di ogni dono dello Spirito Santo e dei vizi corrispondenti, (cfr. «De la vie et des vertus chrétiennes», di P. de Smedt). Ciò sarà molto utile specialmente per correggerci dei nostri difetti abituali. Lo studio delle virtù è una fonte preziosa di santificazione. Ma nulla sarà efficace in questo campo come la contemplazione di Gesù, e di Gesù Crocifisso. Per questo noi aneliamo di trovarci vicino a Lui, di imparare da Lui l’orrore del peccato e di ricevere dal suo Cuore trafitto l’effusione dello Spirito d’Amore, la risurrezione delle nostre anime e i mezzi per rimanere cristiani, partecipando alla sua Vita divina, «divinae consortes naturae» (2Pt. 1,4).

 

 

 

 

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