Il ministro dell’Educazione nazionale francese, Vincent Peillon, ha reso pubblica la “carta della laicità” da esporre nelle scuole, a partire dal 9 settembre. L’articolo 2 afferma che “lo Stato è neutrale nei confronti delle convinzioni religiose o spirituali”, e l’articolo 3 insiste: “Ciascuno è libero di credere o non credere”, ma dimentica di aggiungere: a condizione di non mettere in dubbio la fede laica. Perché in effetti è questo il problema: Vincent Peillon non è neutrale nei confronti della religione laica che intende promuovere mediante la scuola pubblica.
Autore nel 2010 del libro Una religione per la Reppublica: la fede laica di Ferdinand Buisson, il ministro pensa che la laicità è “la religione di tutte le religioni, di tutte le confessioni, la religione universale”. Egli vuole “formare una religione che sia non solamente più religiosa che il cattolicesimo dominante, ma che abbia inoltre maggiore forza di seduzione e di persuasione”. Per questo motivo invitava i rettori d’Accademia, lo scorso 4 gennaio, a “fare leva sulla gioventù per cambiare la mentalità”.
È dunque a torto che l’articolo 2 della carta stipula: “Non c’è religione di Stato”. Si invece! È la religione laica, e il ministro dell’Educazione nazionale ne è l’apostolo.
Don Alain Lorans
Traduzione da www.dici.org