di Leone Grotti
Nel testo di legge il governo scozzese ha inserito il riconoscimento del “Belief Marriage”, che equipara un matrimonio religioso tra cristiani alle nozze di chi si riconosce nella religione Jedi
Domani la Scozia approverà il matrimonio gay, allineandosi così a una decisione già presa anche dal Regno Unito. Secondo un’indagine realizzata dal Daily Mail, 86 parlamentari su 128 voteranno a favore della legge, che ritornerà poi in commissione per approvare eventuali emendamenti e otterrà il via libera definitivo solo l’anno prossimo.
ADDIO LIBERTÀ DI ESPRESSIONE. Secondo un portavoce del gruppo Scotland For Marriage, che ha condotto nel paese una battaglia a favore del matrimonio tradizionale, la legge limiterà la libertà di espressione di chi è contrario: «Le promesse del governo di garantire la libertà di espressione per chi è contrario alla legge si sono dimostrate vuote. Servono emendamenti chiari per proteggere i diritti e le libertà civili della maggioranza degli scozzesi che non vogliono questa legge».
SCOZZESI CONTRARI. Il Parlamento, infatti, si appresta ad approvare i matrimoni gay nonostante gli scozzesi si siano chiaramente opposti. Nella più grande consultazione pubblica mai condotta dal governo scozzese per sondare l’opinione dei cittadini, i due terzi dei 77 mila intervistati hanno detto di essere contrari alle nozze tra omosessuali. Ma il sondaggio non ha fatto cambiare idea al primo ministro scozzese Alex Salmond.
MATRIMONIO JEDI. Per rendere legale il matrimonio gay, però, è stato necessario modificare la definizione di matrimonio e la Scozia, oltre a riconoscere le nozze civili e religiose, ha deciso di creare una terza categoria, definita “Belief Marriage” e accusata dalla Chiesa protestante scozzese di essere una «cosa completamente senza senso». Aggiungendo questa terza categoria di matrimonio, infatti, le persone che si riconoscono nella religione Jedi potrebbero creare una propria cerimonia e celebrare il matrimonio Jedi. La stessa cosa varrà per gruppi come quello degli “umanisti”.
Fonte: www.tempi.it