Attualità di un libro di Benson
Papa Francesco ha reso noto, nel corso di numerose interviste, quali sono i suoi libri preferiti. Ve ne sono molti, tanto che il Corriere della Sera ha roccolto e pubblicato almeno una ventina di volumi.
Il secondo libro pubblicato in questa collezione è il capolavoro di Robert Hugh Benson, Il Padrone del mondo. Questo ha dato l'occasione per qualche riflessione da parte del curatore della biografia: "Robert Hugh Benson", edizioni Fede&Cultura ...
di Luca Fumagalli
Pare proprio che tra Bergoglio e i romanzi di R. H. Benson sia stato amore a prima vista. Non solo Il padrone del mondo è entrato a far parte della collana delle edizioni RCS “La biblioteca di Papa Francesco”, ma nelle ultime settimane l’argentino ha invitato nuovamente a rileggere le pagine del capolavoro bensoniano. Eppure, chiunque abbia avuto la fortuna di apprezzare il libro più famoso dello scrittore inglese, non può che porsi una domanda: ma Bergoglio ha davvero letto il romanzo?
Il padrone del mondo è un racconto distopico che narra di un futuro in cui il cattolicesimo è messo alla berlina e la Chiesa è sull’orlo dell’estinzione. La nuova ideologia umanitaria, che pretende di sostituire l’uomo a Dio, ha spalancato le porte all’apostasia e al peccato. L’eutanasia, l’aborto e le persecuzioni religiose sono l’esito di una cultura della falsa tolleranza che, con intuizione profetica, risulta essere non troppo dissimile da quella dei nostri giorni. Quando la decadenza raggiunge l’apice, ecco che Felsenburgh, un politico misterioso che presto assume i caratteri dell’Anticristo biblico, riesce a ottenere il potere su tutta la terra con l’unico scopo di sradicare la Chiesa di Cristo.
Il romanzo, scritto sotto il pontificato di San Pio X, dipinge un’immagine del cattolicesimo radicalmente opposta a quella propugnata da Francesco.
Nel corso della trama, infatti, Benson insiste a più riprese sulla netta divisione tra mondo e Chiesa. Il criterio della mondanità è ritenuto pericoloso per l’anima, frutto di un complotto contro il bene che ha come unico scopo quello di soffocare ogni istinto spirituale. Anche i valori laici come la solidarietà e il rispetto a cui spesso Bergoglio fa appello, ne Il padrone del mondo sono presentati sotto una cattiva luce, perché sono solo un paravento che non può nascondere a lungo l’astio del liberale contro la verità. Si tratta dunque di un “grande divorzio” – per citare il titolo di un celebre romanzo di C. S. Lewis – che si consuma per il trionfo di Cristo e che interpella una Chiesa che è radicalmente militante, che non ha nulla a che fare con l’ideologia postconciliare della comunità pellegrinante, in cammino verso un orizzonte veritativo che sfugge a tutti.
Ben lungi dall’abbraccio al mondo di cui Bergoglio è ormai diventato testimone illustre, nella sua distopia Benson si immagina addirittura che le varie chiese o sette cristiane siano state riassorbite dalla Chiesa di Roma, l’unica che davanti alle tentazioni della modernità si è dimostrata un baluardo forte e credibile.
L’attacco al modernismo e alla massoneria è l’ultimo sigillo di un’opera radicalmente antimoderna che con Francesco non ha nulla a che spartire: dalla sconfessione del proselitismo all’ecumenismo, dai mea culpa alle strizzatine d’occhio al pensiero dominante (l’ultima dei cattolici paragonati a conigli è a dir poco disgustosa), sorge quasi il sospetto che Bergoglio e Benson appartengano a due religioni differenti [...]
(Fonte: RadioSpada)
Alcuni anni fa, il vescovo Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, aveva scritto una prefazione alla nuova edizione italiana del libro, che citiamo liberamente.
Scritto nel 1907 da un grande cristiano, questo libro è una terribile profezia sulla realtà e la specificità del mondo in cui viviamo, e il percorso che ha portato ad esso. Da un lato, questo enorme sistema che unisce le persone, i gruppi sociali, le nazioni, i popoli, sulla base di un umanesimo fondamentalmente ateo, con riferimenti a valori comuni che sono valori cristiani profondamente secolarizzati e laici. Una società in cui non vi è quindi alcuna differenza; le differenze di genere: siano esse religiose, sociali, culturali sono percepite come negative ed il tentativo è quello di raggiungere l'unificazione, la standardizzazione, si potrebbe dire, di tutto il pianeta.
L'intuizione di Benson è che saremmo arrivati ad una negazione di Dio attraverso la costruzione di una società oggettivamente senza Dio. Al fine di realizzare questa società senza Dio si dovrà divinizzare il tentativo stesso che si sta compiendo, come al tempo della costruzione della Torre di Babele; si deve assolutizzare il progetto e coloro che lo stanno realizzando e, in una logica strettamente umana, divinizzare colui che sia capace di guidare l'operazione. Ecco emergere l'immagine di Julian Felsenburgh, sostanzialmente l'Anticristo, l'Anticristo morbido ma l'Anticristo di una società che vuole fare a meno di Dio e così Cristo.
L'umanesimo ateo e la violenza verso il cristianesimo, la Chiesa progressivamente ristetta a "piccolo gregge", che resiste mantenendo un forte senso di unità attorno a Pietro e al suo successore. Una Chiesa che, anche se gravemente condizionata, non muore; anche estremamente ridotta nei numeri, che resta una realtà viva, coagulata attorno a questa grande idea di un ordine religioso di "Cristo Crocifisso", che era all'inizio la grande intuizione del protagonista del romanzo, che sarà alla fine l'ultimo papa.
(Fonte: DICI )