Tourcoing, 29 novembre 1905 – Martigny, 25 marzo 1991
Io sono solo un vescovo della Chiesa cattolica che continua a trasmettere la dottrina. Tradidi quod et accepi.
Io sono il fattorino che porta una lettera. Non sono io che ho fatto questa lettera, questo messaggio, questa parola di Dio, è Dio stesso, è Nostro Signore Gesù Cristo stesso.
video del suo "testamento spirituale"; due estratti dalle sue omelie
Testamento spirituale di mons. Marcel Lefebvre
Audio originale dell'omelia tenuta a "Porte de Versailles"
in occasione del suo giubileo sacerdotale, il 23 settembre 1979
Estratti di alcune sue omelie
Ecône, 30 giugno 1988
Io sono solo un vescovo della Chiesa cattolica che continua a trasmettere, a trasmettere la dottrina. Tradidi quod et accepi. È questo che io penso e che auspico si metta sulla mia tomba, e certo non ci vorrà molto tempo perché sulla mia tomba si metta Tradidi quod et accepi – come dice San Paolo «Vi ho trasmesso ciò che ho ricevuto», molto semplicemente.
Io sono il fattorino che porta una lettera. Non sono io che ho fatto questa lettera, questo messaggio, questa parola di Dio, è Dio stesso, è Nostro Signore Gesù Cristo stesso, e noi vi abbiamo trasmesso, per l’intermediazione di questi cari sacerdoti qui presenti e per mezzo di tutti coloro che, anch’essi, hanno creduto di dover resistere a quest’onda d’apostasia nella Chiesa, conservando la Fede di sempre e trasmettendola ai fedeli.
Noi siamo solo dei portatori di questa novella, di questo Vangelo che Nostro Signore Gesù Cristo ci ha donato e dei mezzi per santificarci: la Santa Messa, la vera Santa Messa, i veri sacramenti, che danno veramente la vita spirituale. [...]
21 novembre 1974
Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l'anima alla Roma cattolica custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento della stessa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità.
Noi rifiutiamo, invece, e abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono scaturite.
Tutte queste riforme, in effetti, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all'annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, a un insegnamento naturalista e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento uscito dal liberalismo e dal protestantesimo più volte condannati dal magistero solenne della Chiesa.
Nessuna autorità, neppure la più alta nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o a diminuire la nostra fede cattolica chiaramente espressa e professata dal Magistero della Chiesa da diciannove secoli. "Se avvenisse - dice San Paolo - che noi stessi o un Angelo venuto dal cielo vi insegnasse altra cosa da quanto io vi ho insegnato, che sia anatema" (Gal. 1,8).
Non è forse ciò che ci ripete il Santo Padre oggi? E se una certa contraddizione si manifesta tra le sue parole e i suoi atti, così come negli atti dei dicasteri, allora scegliamo ciò che è stato sempre insegnato e non prestiamo ascolto alle novità distruttrici della Chiesa.
Non si può modificare profondamente la lex orandi senza modificare la lex credendi. Alla messa nuova corrisponde catechismo nuovo, sacerdozio nuovo, seminari nuovi, università nuove, Chiesa carismatica, pentecostale, tutte cose opposte all'ortodossia e al magistero di sempre.
Questa riforma, essendo uscita dal liberalismo e dal modernismo, è tutta e interamente avvelenata; essa nasce dall'eresia e finisce nell'eresia, anche se non tutti i suoi atti sono formalmente ereticali. È dunque impossibile per ogni cattolico cosciente e fedele adottare questa riforma e sottomettersi ad essa in qualsiasi maniera. L'unico atteggiamento di fedeltà alla Chiesa e alla dottrina cattolica, per la nostra salvezza, è il rifiuto categorico di accettazione della riforma.
Per questo, senza alcuna ribellione, alcuna amarezza, alcun risentimento, proseguiamo l'opera di formazione sacerdotale sotto la stella del magistero di sempre, persuasi come siamo di non poter rendere servizio più grande alla Santa Chiesa Cattolica, al Sommo Pontefice e alle generazioni future.
Per questo ci atteniamo fermamente a tutto ciò che è stato creduto e praticato nella fede, i costumi, il culto, l'insegnamento del catechismo, la formazione del sacerdote, l'istituzione della Chiesa, della Chiesa di sempre e codificato nei libri apparsi prima dell'influenza modernista del Concilio, attendendo che la vera luce della Tradizione dissipi le tenebre che oscurano il cielo della Roma eterna.
Così facendo siamo convinti, con la grazia di Dio, l'aiuto della Vergine Maria, di San Giuseppe, di San Pio X, di rimanere fedeli alla Chiesa Cattolica e Romana, a tutti i successori di Pietro e di essere i fideles dispensatores mysteriorum Domini Nostri Jesu Christi in Spiritu Sancto. Amen.