Oggi, quando un vescovo insegna la dottrina cattolica, è subito vittima - almeno nel mondo di lingua tedesca - di risentimento e incomprensione. È quello che sta succedendo al Vescovo di Coira, Mons. Vitus Huonder.
Nella sua lettera pastorale di Quaresima che deve essere letta domani 11 marzo in tutte le parrocchie, egli scrive che i divorziati risposati vivono in peccato grave e non possono quindi fare la comunione.
Solo le persone separate e divorziate che rimangono da sole darebbero "una testimonianza preziosa per l'indissolubilità del matrimonio". Queste persone che escludono la possibilità di un nuovo matrimonio, prendono "sul serio l'insegnamento di Nostro Signore".
I parroci del Cantone di Nidwald hanno annunciato ieri che non avrebbero letto la lettera del loro vescovo. Hans Küng, ha anche invitato il Vescovo a dimettersi. "Huonder si trova nella stessa situazione del dittatore libico Muammar al-Gheddafi, quando i suoi generali scappavano da lui", ha detto in un'intervista al giornale “Südostschweiz am Sonntag”. Undici tra i diciassette decani hanno preso le distanze da Mons. Vitus Huonder.
Il giornale svizzero "Tages Anzeiger" ha scritto che Mons. Huonder rappresenta l'insegnamento della Chiesa, ma “in pratica nelle parroche, i parrocci ammettono i divorziati risposati alla comunione, e anche a tutti gli altri sacramenti".
Si sa bene che anche alcuni Vescovi hanno dichiarato più volte che permettevano ai divorziati risposati di fare la comunione. Mons. Zollitsch ha detto lo scorso autunno che sperava che Roma autorizzasse presto i divorziati risposati di ricevere i sacramenti.
L'ex arcivescovo di Vienna, Helmut Krätzl ha detto, in un’intervista al "Tages Anzeiger", che si deve rispettare in ogni caso, la coscienza delle persone divorziate risposate e consentire loro l’accesso ai sacramenti, altrimenti, la Chiesa trasmette "l'immagine di un Dio vendicativo, che non concede nessun nuovo inizio nella vita”.
Questo Vescovo non vuole ammettere che un nuovo inizio richiede una conversione. Chi vuole rimanere nel peccato, si rifiuta di fare la volontà di Dio.
L’invito di Mons. Huonder ai suoi sacerdoti, di considerare questi credenti, “con una particolare sensibilità" per aiutarli a vedere la loro situazione “nel volto di Cristo”, corrisponde alla dottrina che la Chiesa ha sempre insegnato fino dalla sua fondazione.