Domenica 13 maggio si è svolta a Roma la seconda marcia nazionale per la vita. Sotto lo sguardo benevolo della Madonna di Fatima, la Madre che accolse senza riserve il suo Figlio destinato alla morte, si è raccolta una folla inaspettata. Miglliaia di persone; giovani e anziani, famiglie con bambini al seguito, religiosi e sacerdoti, tutti accomunati dal desiderio di manifestare con la propria presenza una ferma opposizione all’aborto, il più triste attentato alla vita umana.
Vita umana che è il più grande mistero sotto i nostri occhi ma che è continuamente osteggiata in questo nostro tempo che le assegna un maggiore o minore valore sulla base di certi parametri relativi. Vita minacciata già, e soprattutto, al suo esordio: non dalla scelta privata di chi agisce nel segreto e nell’ombra ma dalla pubblica volontà di tantissime donne che accettano una possibilità, l’aborto, offerta dallo stesso Stato. Esse privano così i loro figli non soltanto della vita naturale ma anche di quella soprannaturale che avrebbero potuto ricevere con il battesimo.
E’ proprio in difesa di queste vite così fragili che, sotto un bel sole di maggio, un gioioso e colorato corteo si è mosso per le strade del centro romano, partendo dal Colosseo e diretto a Castel Sant'Angelo, con il desiderio di segnare una vera e propria svolta dai tempi dell’applicazione della legge 194/78, che ha reso lecito in Italia l’aborto.
Una svolta storica, che ha reso finalmente manifesti il risveglio di molte coscienze assopite e l’avvenuta mobilitazione di tutti quegli uomini di buona volontà che hanno messo assieme le loro forze per dare una testimonianza tangibile di un diffuso rifiuto della pratica omicida.
In riparazione di questo scandalo pubblico, che esige pubblica riparazione, la Fraternità sacerdotale San Pio X si è unita alla marcia, fra il Colosseo e Castel Sant'Angelo, con i suoi sacerdoti e religiosi, con tante famiglie e giovani venuti da ogni parte dell’Italia, tutti invocando la Santa Vergine Maria di ottenere dal Suo Figlio e Nostro Signore Gesù il perdono di questo terribile peccato. Memori delle parole di Gesù: «In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).