La pubblicazione dei risultati del censimento del 2010 rivela lo stato del Cattolicesimo nel più grande paese cattolico al mondo. Non c’è da rallegrarsi.
La scheda qui sotto è basata sulle schede 36 e 37 del rapporto pubblicato alcuni giorni fa per il Censo Demográfico del 2010 in Brasile fatto dall’ Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística.
Secondo questo rapporto, I cattolici erano il 99,7% della popolazione nel 1872. Nel 1970, la percentuale era calata al 91,8%. Questo declino graduale nell’arco di un secolo si è accelerato dopo il Concilio Vaticano II e l’introduzione della nuova Messa. Ecco le percentuali dei cattolici tra la popolazione totale del Brasile: 89% nel 1980, 83% nel 1991, 73,6% nel 2000 e 64,6% nel 2010.
I protestanti “evangelici” sono quelli che hanno guadagnato di più crescendo da 6,6% nel 1980 al 9% nel 1991, al 15,4% nel 2000, e al 22,2% nel 2010 – con un tasso di crescita che aumenta ogni dieci anni.
Lo Stato con la percentuale di cattolici più piccola è Rio de Janeiro dove solo il 48,5% è cattolico.
Il censimento del 2010 conferma ufficialmente ciò che i sondaggi prevedevano già nel 2007 cioè che i cattolici sarebbero calati al 64% della popolazione del Brasile nel 2010.
Se questa tendenza continua, il Brasile non sarà più un paese a maggioranza cattolica tra il 2020 e il 2025.
Fonte: Rorate Caeli