Presentato documentato dall’associazione dei medici olandesi, che entrerà in vigore nel 2014. L’eutanasia sarà estesa a neonati e bambini che presentano patologie tanto gravi da impedir loro di sopravvivere. Il medico potrà decidere, insieme ai genitori, di porre fine alla vita del piccolo. Secondo le stime, è una disposizione che dovrebbe riguardare circa 300 casi l’anno.
La dialettica a favore dell’eutanasia, in questi casi, pone sempre l’accento su casi difficili da commentare, spesso descritti con abbondanza di particolari. I bimbi, dice Eduard Verhagen, “diventano grigi e si raffreddano, le labbra cambiano colore al blu, e gemono per la mancanze dell’ossigeno. Può durare ore, a volte giorni”. Morale: meglio ammazzarli subito, così nessuno soffre.
Ma il problema, come sempre, è la “china scivolosa”. Una volta ammessa l’eutanasia per alcuni “casi-limite”, sempre moralmente illecita (e in questo caso anche senza l’ovvio consenso del neonato), quali sareanno le conseguenze? Si rifletta, ad esempio, sull’agghiacciante proposta di due ricercatori australiani di introdurre l’aborto post-parto, sia nel caso di bambini down, sia quando il bimbo non ha alcuna disabilità ma costituisce un problema economico o psicologico per la famiglia.
Olanda, eutanasia per i bimbi malati
L’associazione dei medici olandesi ha presentato un documento in cui si autorizza i camici banchi a togliere la vita a bimbi nati con gravi e definite malformazioni di apparato. Salvo opposizioni, in vigore dal 2014
Se un neonato ha problemi di salute così gravi da impedirgli di sopravvivere, il medico che si occupa del caso può decidere di porre fine alla sua vita per limitare la sofferenza sua e quella dei genitori, costretti ad attendere il lento e letale decorso della malattia.
Il nuovo confine dell’eutanasia è tracciato dalla Knmg, l’associazione dei medici olandesi, che ha predisposto un documento in cui sono contenute le linee guide per seguire i bimbi che non hanno alcuna speranza, come nel caso dell’asportazione dell’apparato polmonare. La notizia, stata pubblica dal Volkskrant, riguarda un numero di casi limitato, in media 300 creature l’anno.
Nel 2001 l’Olanda è stato il primo paese europea a legalizzare l’eutanasia. Dieci anni più tardi, i numeri di casi di dolce morte superava le 3500 unità. Il Belgio, arrivato secondo, sta prendendo in considerazione l’allargamento di quella possibilità anche per minori. Il ragazzo “se reputato in grado di giudicare ragionevolmente nei suoi interessi", potrà richiedere l’eutanasia. Se ha meno di 16 anni, è necessaria l’autorizzazione dei genitori. Se ha già compiuto i 16 anni, è obbligatorio avere il parere dei genitori, che però non è vincolante. Il testo è attualmente in discussione al parlamento federale. La proposta è stata avanzata in dicembre dal Partito socialdemocratico in carica. Ora è al Senato per conseguire il via libera definitivo. La legge è sostenuta da tutti i partiti, ad eccezione dei cattolici.
I medici dei Paesi Bassi intendono intervenire anche per limitare la sofferenza dei piccolissimi e dei loro padri e madri. Nel caso di soggetti a cui è stato asportato il sistema polmonare, si tratta di somministrare un farmaco che rilassa i muscoli e accelera il decesso invitabile. Eduard Verhagen, un pediatra affiliato alla Knmg, rileva che spesso alcuni bimbi impegnano tempi molto lunghi per spegnersi. E che “dottori e genitori si interrogano spesso sulla necessità di costringere l’esserino a soffrire così a lungo”. I bimbi, rileva, “diventano grigi e si raffreddano, le labbra cambiano colore al blu, e gemono per la mancanze dell’ossigeno. Può durare ore, a volte giorni”. La legge richiede ai medici di fare rapporto sui decessi accelerate a un organismo di controllo centralizzato. Le autorità sanitarie monitorano da vicino ogni decisione.
Marco Zatterin
Corrispondente da Bruxelles
Fonte: nocristianofobia.org