di don Pierpaolo Maria Petrucci
Diversi eventi mostrano che le lobby omosessuali stanno dirigendo tutti i loro sforzi non soltanto per rendere agli occhi dell’opinione pubblica normali le unioni contro natura ed equipararle al matrimonio, ma anche per giungere ad una legislazione [1] in cui diventerà un reato chiamare peccato ciò che grida vendetta al cospetto di Dio.
Le innumerevoli manifestazioni pubbliche di tali vizio denominate “gay pride”; l’approvazione della legge Taubira [2] in Francia che prevede non soltanto la possibilità per i sodomiti di sposarsi ma anche quella di adottare figli ne sono una prova.
Il fatto più grave comunque in queste circostanze è non solo il silenzio dell’autorità ecclesiastica, ma anche la presa di posizione di alcuni eminenti uomini di Chiesa in favore di ciò che essi chiamano i “diritti civili” alle unioni contro natura. La stessa Radio Vaticana, che si definisce “la voce del Papa e della chiesa” nei mesi scorsi ha esaltato il contenuto di un film dove si presenta una relazione contro natura.
La lobby omosessuale presente in Vaticano deve essere davvero potente!
Il papa ne è a conoscenza come ha dichiarato il 6 giugno scorso in una riunione privata a religiosi sudamericani, sembrando voler prendere posizione per fare un po’ di pulizia. La recente nomina di Mons. Battista Ricca come prelato ai vertici dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR) non sembra per niente andare in questo senso. E’ probabile che il Papa non fosse a conoscenza delle pratiche dell’ecclesiastico ma ora la cosa è pubblica.
Avrà il coraggio di agire? Preghiamo per questa intenzione; andando avanti di questo passo nessuno potrà stupirsi se un giorno il Creatore reagirà come ai tempi Sodoma e Gomorra.
[1] Il ddl «per il contrasto dell’omofobia e della transfobia», presentato dall’on. Ivan Scalfarotto (PD, dichiaratamente omosessuale), andrà a modificare la legge n°205/1993, in tema di la violenza discriminatoria motivata da odio etnico, nazionale, razziale o religioso.
[2] Christiane Taubira nel 2012 viene nominata Ministro della Giustizia francese. È stata relatrice e forte sostenitrice della legge che introduce i matrimoni tra persone dello stesso sesso in Francia, approvata il 23 aprile 2013.