Il 2 febbraio, festa della Presentazione del Bambin Gesù al Tempio, è tradizionalmente consacrato alla vestizione dei novelli seminaristi.
Quest’anno al seminario S. Curato d’Ars di Flavigny, 19 candidati al sacerdozio hanno rivestito l’abito clericale per le mani di Mons. Bernard Tissier de Mallerais, vescovo ausiliario della Fraternità San Pio X.
Una cinquantina di sacerdoti era presente al rito fra cui don Christian Bouchacourt, superiore del Distretto di Francia don Henry Wuillloud, superiore del distretto svizzero e don Pierpaolo Petrucci, responsabile del distretto italiano della Fraternità San Pio X.
Fra la folla di circa 500 fedeli vi era una piccola rappresentanza italiana, venuta a sostenere i tre seminaristi del nostro distretto: Marco Laghi, Giovanni Caprio e Simone Cansella.
Mons. Tissier ha fatto una bella predica sull'importanza del rivestire la talare, segno di separazione a l mondo e di consacrazione a Dio.
Predica di Mons. Bernard Tissier de Mallerais
Cari seminaristi, che state per ricevere la talare, cari fedeli,
mi rivolgerò particolarmente a voi cari candidati alla vestizione. State per entrare nel Tempio, come il Bambin Gesù fu presentato dalla Vergine Maria vi siete presentati per offrirvi ed essere consacrati a Dio.
Questa vestizione è l’inizio della vostra futura consacrazione a Dio per il sacerdozio. Come il vegliardo San Simeone e come il sacerdote rendono il Bambin Gesù alla Vergine Maria, allo stesso modo Gesù vi affiderà alla sua Santa Madre perché voi siate ancora più suoi figli. Fra poco uscirete per ritornare nella cappella, rivestiti della livrea del Signore. La vostra apparenza esteriore senz’altro impressionerà e forse scioccherà le vostre famiglie… Se penso alla mia vestizione o almeno alla prima volta che ho provato la vesta a casa, mi ricordo dello stupore della mia cara mamma che mi disse: «Ma come? Tu sarai vestito così adesso?» Vi è infatti una trasformazione esteriore ma che riflette un cambiamento interiore.
La vostra veste effettivamente sorprenderà la vostra famiglia e forse i vostri genitori saranno preoccupati per voi e per il vostro futuro: «Portare la veste al XXI° secolo…! Il mio povero figlio sarà oggetto di persecuzione, di critica, di disprezzo…». In effetti voi sarete un segno di contraddizione come il Bambin Gesù poiché il vegliardo Simeone gli predisse che sarebbe un segno di contraddizione per discernere i segreti dei cuori. Nella società e nella Chiesa, nei tristi tempi che corrono, voi sarete quindi un segno di contraddizione e non avrete paura di manifestare la vostra fede cattolica integra e la vostra fedeltà alla Messa di sempre, come abbiamo fatto fin dall’inizio nella nostra Fraternità. Porterete la vostra talare e, portandola, esprimerete il desiderio di portarla santamente cosicché la santità esteriore ridondi in quella interiore.
La porterete con fierezza e umiltà allo stesso tempo, poiché non siamo degni di portare questo santo abito, e manifesterete fieramente che siete un futuro sacerdote. La veste in se stessa è un atto di fede, un segno di speranza e uno strumento della vostra futura carità missionaria. Le tre virtù teologali appaiono attraverso la talare.
Prima di tutto un atto di fede per colui che la porta; un atto di fede nel futuro sacerdozio nei confronti di questi poveri sacerdoti, che spesso conosciamo, che non hanno più la fede nel loro sacerdozio ma vogliono essere degli uomini come gli altri e quindi vestiti come il comune degli uomini. Ebbe voi professerete che, tramite il sacerdozio, non sarete più uomini come gli altri ma segnati da un carattere speciale che vi distinguerà da tutti gli altri cristiani, per offrire il Santo sacrificio della Messa. Un atto di fede quindi nel vostro futuro sacerdozio e un atto di coraggio, direi, per mostrarvi apertamente per ciò che sarete, di fronte alla mancanza di coraggio di molti sacerdoti senza convinzioni, che non osano mostrarsi esternamente per quello che sono interiormente.
Farete così atto di coraggio ogni volta che sarà necessario, manifestando che siete luce del mondo. É Nostro Signore che lo dice ai suoi discepoli: «Voi siete la luce del mondo, voi siete la luce del mondo che si non si metterà sotto il moggio», sotto il moggio conciliare, ma voi rifulgerete la verità cattolica. Atto di fede, la veste è anche un segno di speranza alzato verso il Cielo. Quando la gente vi inconterà per strada penserà: «effettivamente deve esistere qualche cosa…» Un segno i speranza di fronte alla disperazione di questo mondo in decadenza, di fronte alla cristianità, purtroppo, moribonda… , se Dio non interviene, se anche voi non intervenite, nei confronti di questi uomini senza speranza che sono racchiusi nei beni di questo mondo, nelle preoccupazioni della terra… racchiusi nelle prigioni umane, riempiti dei beni materiali, fino dimenticare il fine per cui sono stati creati, cioè i beni eterni, i beni del cielo.
Portando la veste voi sarete un segno di speranza contro la disperazione di questo mondo senza Dio, di questa Chiesa che non manifesta più il volto della Chiesa, poiché è preoccupata unicamente di ideali umani e dimentica il suo ruolo di salvezza delle anime. Voi sarete fieri figli della Chiesa ricordando la speranza soprannaturale, come la Chiesa prega ogni sera: «Quoniam tu Domine singulariter in spe costituisti me», «Perché, Signore, voi mi avete stabilito specialmente, fermamente nella speranza».
Infine la vostra talare sarà uno strumento della vostra carità missionaria. Mi ricordo che un giorno mia madre incontrò un suo cugino, gesuita, che gli disse: «Ho lasciato il mio abito religioso, la via veste, perché era veramente un impedimento per l’apostolato». Quando ella mi raccontò questo episodio le dissi: «E’ esattamente il contrario». Invece di essere un ostacolo all’apostolato, la veste è uno strumento molto semplice di apostolato. Quante volte nel treno o in aereo la mia presenza provoca delle discussioni e spinge le persone a porre delle domande sulla religione, dandomi così l’occasione di parlare di Dio, di Nostro Signore Gesù Cristo, semplicemente senza dover fare il primo passo, ciò avviene spontaneamente. La veste permette di ingaggiare delle discussione, apre le menti e i cuori, dà coraggio alle anime.
Mi ricordo di un viaggio in aereo dopo l’11 settembre, credo di aver raccontato questa storia, il mio vicino mi dice in inglese: «Padre, vicino a voi sono al sicuro, mi sento al sicuro». Questo mi ha permesso di parlare con lui delle realtà soprannaturali. Tutto ciò ci mostra che, invece di essere un ostacolo, la nostra veste è il miglio mezzo, molto semplice, per conquistare delle anime. Quindi sarete felici di portarla e di dare risposte alle anime assetate e affamate, senza saperlo, della verità cattolica, della verità di Nostro Signore Gesù Cristo.
Pronuncerò ora qualche breve parola per le famiglie italiane che hanno accompagnato i loro figli:
«Cari seminaristi con la vestizione cambierà la vostra apparenza esteriore. Questo sorprenderà forse la vostra famiglia ma sarete riempiti di una grande gioia interiore. Portare la talare sarà un atto di fede nel vostro futuro sacerdozio e un atto di carità nei confronti del prossimo e allo stesso tempo questo manifesterà la vostra separazione dal mondo e la vostra appartenenza a Nostro Signore Gesù Cristo».
La veste manifesta la vostra separazione dal mondo, la vostra adesione ai beni eterni, e a Nostro Signore Gesù Cristo. La talare, abito di penitenza e di castità, vi manterrà in queste belle virtù sacerdotali e per questo pregherete la Santa Vergine Maria che ha praticato in maniera eccellente le virtù di penitenza e di castità in mondo che per la sua intercessione, possiate conservare con la veste, lo spirito che essa ci comunica: la mortificazione e la castità sacerdotale, così sia.
Altre foto: La Porte latine