Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
Carissimi cresimandi, carissimi fedeli,
ieri abbiamo celebrato la festa, il mistero della Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, sulla Santa Chiesa, l’effusione dei doni dello Spirito Santo.
Ora, la Cresima, il sacramento della Cresima è veramente come una Pentecoste personale, individuale, nella quale riceviamo essenzialmente gli stessi doni degli Apostoli.
Si ha dunque una sorta di consacrazione dell’anima, una santificazione, un’elevazione soprannaturale, con una pienezza di vita cristiana. E al tempo stesso, si ha la missione, la donazione, l’inabitazione dello Spirito Santo stesso nelle nostre anime.
Vediamo gli Apostoli riempiti di luce, di verità di fede, ripieni d’amore, di carità, di zelo per Dio e per le anime. Li vediamo ripieni di forza, di coraggio. Essi sono coraggiosi. Questi sono gli effetti della Cresima: la partecipazione alle perfezioni dello Spirito Santo. Allo stesso tempo li vediamo ripieni dello Spirito Santo stesso, poiché essi sono il Tempio e la Dimora dello Spirito Santo.
L’Apostolo Paolo rivolge queste parole a tutti i cristiani:
«Non sapete che siete il Tempio di Dio e che lo Spirito Santo abita, dimora in voi? Non sapete che siete Tempio di Dio, Dimora dello Spirito Santo?» e aggiunge: «Se qualcuno viola il Tempio di Dio, Dio lo perderà… Dio lo distruggerà, poiché il Tempio di Dio è santo, e voi, voi siete questo Tempio.»
Queste sono le parole di San Paolo.
Dunque, cari fedeli, alla Cresima vi è una pienezza delle grazie di Dio, ma vi è anche una pienezza di questa presenza, di questi doni, di questa in abitazione dello Spirito Santo nelle nostre anime, che fa che noi, che voi, siete molto di più Tempio di Dio che questa chiesa… molto più Tempio di Dio che questa chiesa stessa.
Questa pienezza dello Spirito Santo stesso e dei doni dello Spirito Santo, voi li ricevete, cari cresimandi, per compiere un triplice officio, un triplice ruolo.
Il cresimato è testimone, egli deve dunque professare pubblicamente, manifestare pubblicamente (la fede), egli è soldato, dunque deve lottare, soprattutto deve difendere, ed è apostolo, cioè deve propagare, deve trasmettere, deve diffondere.
Testimone, soldato, apostolo: questo triplice officio voi lo ricevete essenzialmente in rapporto a tre cose. In rapporto alla fede, alla fede cattolica, alla vera fede, alla dottrina, alla Tradizione. In rapporto allo stesso Nostro Signore Gesù Cristo e in rapporto alla Santa Chiesa.
Come dovete confessare, difendere, propagare la vera fede, così dovete confessare pubblicamente, difendere il diritto e propagare il Regno di Nostro Signore Gesù Cristo. Voi dovete confessare, difendere ed edificare la Santa Chiesa cattolica.
Questa è la straordinaria missione che noi riceviamo da Nostro Signore, dalla Santa Chiesa. Ed è per questo che è il vescovo che amministra questo sacramento, per mettere in evidenza questo officio che ha, in vista del bene comune della fede e della Chiesa.
Vi è dunque una prima battaglia alla quale siete invitati, obbligati: è la battaglia per la vita cristiana, per la virtù cristiana, la battaglia per la vita di grazia.
Questo combattimento è innanzi tutto un combattimento spirituale, soprannaturale, per voi stessi e per gli altri. Poi vi è un combattimento pubblico, per la fede, per Nostro Signore e per la Chiesa, che vi obbliga ad opporvi, non solo e fin ad un certo punto ai nemici esterni, ma anche e soprattutto ai nemici interni; e questo per difendere precisamente la vera fede, per difendere i diritti di Nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio, per difendere la Santa Chiesa e i diritti della Santa Chiesa.
Oggi, noi siamo obbligati ad opporci a coloro, autorità ecclesiastiche comprese, che diffondono i principi umanisti, i principi liberali, filosofici. Pluralismo filosofico, politico, giuridico… tutto questo si oppone sia alla vera fede, sia ai diritti di Nostro Signore Gesù Cristo, sia ai diritti della Santa Chiesa. E noi siamo obbligati ad opporci, necessariamente, e fermamente, a quell’equivalente teologico del liberalismo rivoluzionario che è il modernismo.
Il modernismo è un’eresia – è San Pio X che lo dice, non io – è un’eresia che traduce nell’ordine teologico gli errori laicisti, gli errori rivoluzionari… Libertà, uguaglianza, fraternità…
Ebbene, noi siamo obbligati, fintanto che le autorità ecclesiastiche continueranno ad aderire a questi errori, fintanto che esse dirigeranno la Santa Chiesa alla luce di questi errori, noi siamo obbligati dal nostro Battesimo, dalla nostra Cresima, a resistere, ad opporci, a lottare… è la battaglia per la fede.
È questa la battaglia per la fede.
Non la facciamo contro qualcuno, ma perché aderiamo alla vera fede, a Nostro Signore Gesù Cristo, Dio, Uomo, Sommo Sacerdote, Re… perché difendiamo l’onore di Dio, l’onore della Madonna…
È perché difendiamo la Santa Chiesa cattolica, apostolica e romana, che siamo obbligati ad opporci a coloro che stanno distruggendo, demolendo da cima a fondo tutti questi beni.
La nostra posizione non è né complicata, né bizzarra. È una semplice conseguenza della fede e della fedeltà alla nostra fede.
È necessario quindi che noi chiediamo più che mai il soccorso della Madonna.
Un cresimato è un soldato di Cristo Re ed è anche un soldato dell’Immacolata, della Vergine Maria. Se vi è mai stato un Tempio perfetto dello Spirito Santo e di Dio, se vi è un Tempio perfetto dello Spirito Santo e di Dio, questo è proprio il Cuore di Maria. Noi onoriamo appunto, con questa devozione al Cuore Immacolato di Maria, questo Tempio perfetto, questo Tempio per eccellenza in cui si trova Dio, che è la Dimora di Dio. Questo Tempio che è il Cuore di Maria, ripieno della Santissima Trinità. Se ci volgiamo al Cuore di Maria, è per rifugiarci, come per cercar difesa, per proteggerci.
Il mio Cuore sarà il tuo rifugio – dice la Madonna a Lucia.
Il mio Cuore sarà il tuo rifugio.
Dunque, se ci volgiamo al Cuore di Maria, è per trovarvi una forza, una protezione, un rifugio, ma anche e soprattutto per trovarvi Dio, per trovarvi il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, poiché questo Cuore è il Tempio per eccellenza in cui dimora la Santissima Trinità. Perché il suo Cuore è un cammino per andare a Dio.
Il mio Cuore sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio.
In questa vita e nell’altra.
Abbiamo dunque una vera devozione al Cuore di Maria al fine di rimanere ben saldi, ben arroccati su Dio stesso, e al fine di essere fedeli fino alla morte, ai nostri impegni, all’impegno che assumiamo specialmente il giorno della nostra Cresima.
Monaco di Baviera, cerimonia delle cresime, 20 maggio 2013
Mons. Alfonso de Galarreta
Fonte: La Porte Latine