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Commento di Sant'Agostino al Vangelo
Abbiamo ascoltato il Signore Gesù farci rilevare il compito del buon pastore. A quanto è dato capire in questa presentazione, indubbiamente ci ha avvertiti che i pastori sono buoni. Eppure, perché non se ne avesse un concetto errato in base al gran numero dei pastori, ha detto: Io sono il buon pastore. E continuando fa capire chiaramente in grazia di che sia buono il pastore: Il pastore buono - dice - dà la sua vita per le pecore. Il mercenario, invece, che non è pastore, vede venire il lupo e fugge, perché non gli importa delle pecore: è infatti mercenario. Dunque, il buon pastore è Cristo.
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di don Gabriele D'Avino
Secondo la testimonianza di Aristotele alcuni filosofi antichi, tra cui Empedocle, ponevano all’origine del mondo e del suo dinamismo la coppia di contrari Amore – Odio[1]; lo Stagirita si affretta nella sua Metafisica a confutare tale teoria, la quale tuttavia, se non basta a spiegare l’origine del mondo e del movimento, conserva una profonda intuizione psicologica.
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Commento di Sant'Agostino al Vangelo
Come avete sentito, il Signore dopo la sua risurrezione apparve ai suoi discepoli e li salutò dicendo: La pace sia con voi. Ecco, la pace è il saluto della salvezza, poiché lo stesso termine "salute" prende il nome dalla salvezza. Che c'è dunque di meglio del fatto che la stessa Salvezza saluti l'uomo? La nostra salvezza infatti è Cristo. Proprio lui è la nostra salvezza, lui che fu per noi coperto di ferite, inchiodato sul legno della croce e poi, deposto dal legno, fu posto nel sepolcro. Dal sepolcro però risorse con le ferite risanate, ma conservando le cicatrici.
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Gesù porta la croce verso il Calvario
Il Signore s'inginocchiò accanto alla sua croce e l'abbracciò tre volte. Impazienti, i carnefici sollevarono Gesù e gli caricarono sulla spalla destra il pesante fardello.
Le sue mani erano ferite e gonfie a causa della brutalità con la quale erano state legate, il suo viso era gonfio e insanguinato, i capelli e la barba imbrattati di sangue raggrumato. La croce e le catene gli premevano sul corpo la veste di lana riaprendogli le piaghe con grande dolore.
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Davanti a Pilato
Erano circa le sei del mattino, secondo il nostro modo di calcolare il tempo, quando il triste corteo raggiunse il palazzo di Pilato. Sfigurato orribilmente dai maltrattamenti, Gesù fu condotto fin sotto la scala del procuratore. Quando Pilato vide arrivare Gesù in mezzo a un gran de tumulto, si alzò e parlò con un'aria sprezzante: «Perché venite così presto? Come mai avete ridotto quest'uomo in così miserabili condizioni? Cominciate di buon'ora a percuotere e scorticare le vostre vittime!», e indicò Gesù in mezzo a loro.
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L’agonia di Gesù nel Getsemani
Tutte le colpe del mondo, commesse dall'uomo fin dal la sua prima caduta, gli apparvero a miriadi nella loro completa mostruosità. Nella sua sconfinata angoscia, Gesù supplicò il Padre celeste di perdonare i pensieri malvagi e le offese degli uomini, offrendogli in cambio la sua suprema espiazione.
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Non è senza ragione che gli antichi contavano l’amore come la prima delle passioni: queste, infatti, sono radicalmente fondate sulla “compiacenza nel bene” che, secondo il Dottore Angelico, definisce l’amore. Non si può odiare un male se non perché si teme che possa perturbare un bene, quale che sia (oggetto appunto dell’amore); non si può desiderare se non ciò che si ama, né sperare di ottenerlo superando le difficoltà, e così via. Si tratta dunque di una passione primordiale, sottesa a ogni altro movimento della vita sensibile.
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Commento di Sant'Agostino al Vangelo
Ecco le parole del Vangelo di cui avete appena ascoltato la lettura: L'indomani, la gran folla venuta per la festa, sentendo che Gesù si recava a Gerusalemme, prese i rami delle palme e gli andò incontro gridando: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d'Israele (Gv 12, 12-13). Le palme sono un omaggio e un simbolo di vittoria; perché, morendo, il Signore avrebbe vinto la morte, e, mediante il trofeo della croce, avrebbe riportato vittoria sul diavolo principe della morte.
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di don Gabriele D'avino
Sebbene a prima vista possa apparire strano, lo studio delle passioni dell’anima può essere di grandissimo aiuto per la vita spirituale, poiché gli atti umani, buoni o cattivi che siano, sono in parte determinati anche da quel complesso di elementi (il “temperamento”) che caratterizzano la parte appetitiva dell’uomo. Ora, nella formazione del temperamento ricoprono certamente un ruolo importante le passioni dell’anima.
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Commento di Sant'Agostino al Vangelo
Abramo, il padre vostro, esultò al pensiero di vedere il mio giorno; lo vide e ne gioì (Gv 8, 56). Magnifica testimonianza resa ad Abramo, dal discendente di Abramo, dal creatore di Abramo. Abramo esultò - dice - al pensiero di vedere il mio giorno. Non ebbe timore, ma esultò nella speranza di vedere. Era in lui la carità che caccia via il timore (cf. 1 Io 4, 18).