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di don Pierpaolo Maria Petrucci
Dopo la rivolta di Lucifero la sola visione realistica della storia è quella di un immenso campo di battaglia fra le forze del bene e quelle del male: Dio, che nel suo piano d’amore vuole far partecipare alla sua beatitudine le creature razionali, Satana che invece tenta di perderle.
Nella sua caduta l’angelo ribelle trascina «la terza parte delle stelle del cielo» (Ap. 12, 4), esseri splendenti, puramente spirituali e appartenenti ad ogni Coro angelico che, per orgoglio, divengono orribili demoni.
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di don Gabriele D'Avino
Quando agiamo, non lo facciamo sempre e solo per nostra volontà; similmente, quando ci asteniamo dall’agire, ciò non deriva soltanto da una prudente e ragionata estimazione. Spesso, la nostra condotta è – in misura maggiore o minore – guidata ed ostacolata dalla nostra parte sensibile, l’apparato passionale. Ciò avviene, tipicamente, quando siamo agitati dalla paura.
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di don Gabriele D'Avino
Il vocabolo forte di Disperazione evoca già solo a pronunciarlo situazioni terribili, irrevocabili, definitivamente fissate nel male; evoca immediatamente l’idea del suicidio o altre soluzioni estreme. In realtà, a ben guardare, l’origine etimologica indica soltanto la rimozione della Speranza (de-speratio), a cui essa è contraria.
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di don Gabriele D'Avino
Secondo la testimonianza di Diogene Laerzio, quando ad Aristotele fu chiesto cosa fosse per lui la speranza, il Filosofo rispose: «Il sogno di un uomo ad occhi aperti»1. Un modo di certo poetico per designare sinteticamente quel particolare appetito sensitivo che ci pone nell’aspettativa di un bene sensibile. Ma ciò ricorda la passione di Desiderio, dalla quale la Speranza nettamente si distingue. Bisognerà dunque apportare delle precisioni ulteriori.
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di don Gabriele D'Avino
La specie umana ed animale, secondo il dire del poeta Virgilio, «ha paura, desidera, gioisce e soffre» (Eneide, l. VI, v. 733); è agitata insomma dalle passioni, tra le quali spicca, frequentissima, la Tristezza che provoca, appunto, sofferenza. La Tristezza si definisce come passione dell'appetito concupiscibile conseguente alla percezione di un male corporale interiore che infastidisce (P. Ramirez, De passionibus animae, t. V, n. 398); si distingue dal Dolore, che riguarda la percezione di un male esteriore, anche se ha caratteristiche simili a quest'ultimo.
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Tutti gli interpreti cattolici dei Libri sacri dell’Antico Testamento e del Nuovo che hanno scritto prima di me sulla Trinità di Dio e che io ho potuto leggere, questo intesero insegnare secondo le Scritture: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo con la loro assoluta parità in una sola e medesima sostanza mostrano l’unità divina e pertanto non sono tre dèi, ma un Dio solo, benché il Padre abbia generato il Figlio e quindi non sia Figlio colui che è Padre; benché il Figlio sia stato generato dal Padre e quindi non sia Padre colui che è Figlio; benché lo Spirito Santo, non sia né Padre né Figlio ma solo lo Spirito del Padre e del Figlio, pari anch’egli al Padre e al Figlio, appartenente con essi all’unità della Trinità.
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di don Gabriele D'Avino
Gli Epicurei, come afferma lapidariamente San Tommaso, consideravano buoni tutti i tipi di piaceri; gli Stoici, invece, credevano che tutti fossero cattivi. Naturalmente, entrambe le scuole di pensiero si sbagliavano: la verità, come sempre accade in una sana disputa tomista, sta nel mezzo.
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di don Gabriele D'Avino
Quando San Tommaso omette di trattare un argomento o lo dà per scontato, in teologia si brancola nel buio. È ciò che avviene per la passione di Fuga, correlativa a quella di Desiderio o Concupiscenza, oggetto invece di una questione intera della Somma (Ia - IIae, Q. 30, artt. 1 – 4). L’Angelico dottore liquida il problema in due parole, dicendo che “la passione che si oppone direttamente al desiderio è innominata; essa si relaziona al male così come il desiderio si relaziona al bene” (Ia - IIae, Q. 30, art. 2, ad 3).
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Commento di Sant'Agostino al Vangelo
Il Signore, nel promettere che avrebbe inviato lo Spirito Santo, dice: Quando verrà, egli confonderà il mondo quanto a peccato, a giustizia e a giudizio (Gv 16, 8). Che vuol dire? Forse che Cristo Signore non confonde il mondo quanto a peccato, quando dice: Se io non fossi venuto e non avessi parlato ad essi, non avrebbero colpa; ma adesso non hanno scusa per il loro peccato (Gv 15, 22)?
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di don Gabriele D'Avino
Immediatamente conseguente alla coppia Amore – Odio, l’appetito sensitivo è soggetto di un’altra coppia di passioni, quella cioè di Desiderio – Fuga. Il Desiderio è chiamato anche “concupiscenza”, in un senso più generico di quello che si intende comunemente con questa parola, vale a dire un desiderio di per sé disordinato ed incline al male.
- II Domenica dopo Pasqua
- Le passioni dell'anima - l'Odio
- La Resurrezione del Signore
- La Passione di Nostro Signore nelle visioni di suor Anna Caterina Emmerick - Parte terza
- La Passione di Nostro Signore nelle visioni di suor Anna Caterina Emmerick - Parte seconda
- La Passione di Nostro Signore nelle visioni di suor Anna Caterina Emmerick - Parte prima