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Siamo entrati nel tempo liturgico della Passione che è anche il tempo più propizio per adempiere all'obbligo della Confessione pasquale. Per prepararsi degnamente a ricevere questo sacramento vi invitaimo a leggere il seguente testo di Sant'Antonio Maria Claret.
L’anima dovrebbe evitare tutti i peccati veniali, specialmente quelli che aprono la via al peccato mortale. Non è sufficiente, anima mia, prendere la ferma risoluzione di patire la morte piuttosto che commettere un peccato mortale; è necessario infatti formare una risoluzione simile riguardo al peccato veniale. Colui che non trova in sé stesso questa volontà non può trovar sicurezza.
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di dom Guéranger
Questa Domenica chiamata Laetare, dalla prima parola dell'Introito della Messa, è una delle più celebri dell'anno. In questo giorno la Chiesa sospende le tristezze della Quaresima; i canti della Messa non parlano che di gioia e di consolazione; si fa risentire l'organo, rimasto muto nelle tre Domeniche precedenti; il diacono riveste la dalmatica e il suddiacono la tunicella; è consentito sostituire i paramenti violacei coi paramenti rosa. Gli stessi riti li abbiamo visti praticare durante l'Avvento, nella terza Domenica chiamata Gaudete. Manifestando oggi la Chiesa la sua allegrezza nella Liturgia, vuole felicitarsi dello zelo dei suoi figli; avendo essi già percorso la metà della santa quaresima, vuole stimolare il loro ardore a proseguire fino alla fine.
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San Bernardo di Chiaravalle
Hai sentito, o Vergine, il fatto, hai sentito anche il modo in cui esso avverrà: entrambi meravigliosi, entrambi giocondi. Giubila, o figlia di Sion, ed esulta grandemente, figlia di Gerusalemme. E poiché al tuo orecchio è stato dato annunzio di gioia e di letizia, vogliamo anche noi sentire da te la lieta risposta che desideriamo, onde finalmente esultino le ossa umiliate. Hai udito il fatto, e hai creduto; credi anche circa il modo che ti è stato spiegato. Hai udito che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà per opera dello Spirito Santo, non per opera d'uomo.
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«Il demonio porta all'inferno i peccatori non con gli occhi aperti, ma chiusi; prima li acceca, e poi li conduce seco a penare eternamente. Bisogna dunque, se vogliamo salvarci, pregare continuamente Iddio col cieco del corrente vangelo: Domine, ut videam, Domine, ut videam. Signore, datemi luce, fatemi vedere la via che ho da fare per salvarmi, e non restar ingannato dal nemico della mia salute. Voglio per tanto oggi, uditori miei, porvi avanti gli occhi gl'inganni del demonio, co' quali tenta gli uomini a peccare ed a persistere in peccato, acciocché sappiate guardarvene nelle occasioni.
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Il fatto seguente è stato raccontato a Suor Mary Veronica Murphy da un’anziana suora che l’ha sentita dalla viva voce del defunto padre Stanislao SS.CC.
Un giorno, parecchi anni fa, in un piccolo villaggio del Lussemburgo, un capitano della Guardia Forestale era in vivace conversazione con il macellaio quando arrivò un’ anziana signora.
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Abbiamo udito il santo Vangelo e Cristo Signore che ci parla nel Vangelo; diremo su ciò quanto egli stesso ci concederà. Forse, fratelli miei, troverei difficoltà a spiegarvi questa parabola, ma egli ci ha risparmiato tempo e fatica poiché fu lui stesso a spiegare la parabola che aveva raccontato. Veramente chi legge il Vangelo legge [questo brano] fino al punto in cui il Signore dice: Raccogliete prima la zizzania, legatela in piccoli fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio. Ma poi i suoi discepoli - come sta scritto - gli si avvicinarono e gli dissero: Spiegaci la parabola della zizzania.
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La Chiesa, in questa festa commovente della Purificazione, rappresenta l’incontro di Nostro Signore con il vecchio Simeone grazie all’evocazione della luce. Essa vuole che meditiamo in modo del tutto particolare su Nostro Signore, luce del mondo, luce dei Gentili. Ce lo insegna con la liturgia, non solo nella festa della Purificazione, ma durante tutta la nostra vita cristiana.
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«Nel nostro tempo di laicizzazione e di secolarizzazione niente può essere più salutare che il riscoprire le ricchezze insondabili del sacrificio della Messa.
È da questa meditazione e dall’unione della anime e dei corpi all’anima ed al corpo di Nostro Signore Gesù Cristo nell’Eucaristia che dobbiamo attendere la salvezza delle anime ed il ritorno alla civilizzazione cristiana».
Mons. Marcel Lefebvre, Ecône 19 settembre 1976
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Sant'Agostino
Invitato, il Signore si reca ad un festino di nozze. C'è da meravigliarsi che vada alle nozze in quella casa, lui che è venuto a nozze in questo mondo? Se non fosse venuto a nozze, non avrebbe qui la sposa. E che senso avrebbero allora le parole dell'Apostolo: Vi ho fidanzati ad uno sposo unico, come una vergine pura da presentare a Cristo? Che cosa teme l'Apostolo? Che la verginità della sposa di Cristo venga corrotta dall'astuzia del diavolo. Temo - dice - che come nel caso di Eva, il serpente nella sua astuzia corrompa i vostri sentimenti, deviandoli dall'amore sincero e casto verso Cristo.
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Fino a pochi anni fa era la regalità di Cristo, il suo impero eterno che la Liturgia cantava in questa Domenica, unendo i suoi cantici a quelli dei Cori angelici nell'adorazione del Dio fatto uomo (Introito della Messa della Domenica nell'Ottava della Epifania). Ma la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo e dalla sua materna sollecitudine, ha pensato che poteva essere opportuno invitare le generazioni del nostro tempo a considerare oggi le mutue relazioni di Gesù, di Maria e di Giuseppe, per raccogliere le lesioni che esse contengono e trarre profitto dai soccorsi così efficaci che offre il loro esempio (Martirologio romano).