I PRINCIPI CRISTÌANI E LA MODA

Anche nell’attenersi alla moda, la virtù sta nel mezzo. Ciò che Dio vi domanda è di ricordarvi sempre che la moda non è, né può essere, la regola suprema della vostra condotta; che al disopra della moda e delle sue esigenze vi sono leggi più alte e imperiose, principi superiori e immutabili, che in nessun caso possono essere sacrificati al libito del piacere o del capriccio, e davanti ai quali l’idolo della moda deve saper chinare la sua fugace onnipotenza. Questi principi sono stati proclamati da Dio, dalla Chiesa, dai Santi e dalle Sante, dalla ragione e dalla morale cristiana, segnali dei confini, di là dai quali non spuntano né fioriscono gigli e rose, né spandono nembo di profumi la purezza, la modestia, il decoro e l’onore femminile, ma spira e domina un acre malsano di leggerezza, di obliquo linguaggio, di vanità audace, di vanagloria non meno dell’animo che dell’abbigliamento. Sono quei principi che San Tommaso d’Aquino addita per l’ornamento femminile (S. Th II-II q.169 a.2) e ricorda, allorché insegna quale vuol essere l’ordine della nostra carità, delle nostre affezioni (S. Th. II-II q. 26 a. 4-5): il bene dell’anima nostra ha da precedere quello del nostro corpo, e al vantaggio del nostro proprio corpo dobbiamo preferire il bene dell’anima del nostro prossimo. Non vedete dunque che vi è un limite che nessuna foggia di moda può far oltrepassare, quello, oltre il quale la moda si fa madre di rovina per l’anima propria e per l’altrui?

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