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di Arnaldo Xavier da Silveira
1. Il mondo cattolico deve molto alle persone semplici che conservano la vera fede, come anche agli scrittori e agli uomini d’azione antimodernisti che negli ultimi decenni hanno ampiamente sviluppato le dottrine e le attività in difesa del sacro deposito della Tradizione.
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di Cristiana de Magistris
Nel 325 il Concilio di Nicea definì la consustanzialità (homooùsion) del Padre e del Figlio, ossia decretò che il Padre e il Figlio hanno la medesima natura divina. Il termine homooùsion era dottrinalmente perfetto per indicare la consustanzialità del Padre e del Figlio e confutare l’eresia ariana, secondo cui il Padre, ingenerato, non poteva condividere con altri la propria ousìa, cioè la propria sostanza divina.
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Passato qualche tempo, mi decido a buttar giù questo resoconto degli esercizi spirituali ignaziani svolti presso il priorato di Montalenghe della Fraternità San Pio X.
La mia consueta pigrizia, con annessa tendenza alla procrastinazione, per una volta si è rivelata provvidenziale: dopo i recenti avvenimenti di cronaca e conseguenti giudizi affrettati su una delle più importanti realtà tradizionali, risulta specialmente necessario mostrare il vero volto della pia associazione sacerdotale di cui trattiamo, ben distante da qualsivoglia strumentalizzazione ideologica proveniente dalla solita approssimazione giornalistica. E descriverne questo “servizio” offerto ai fedeli mi pare il miglior modo per riabilitarla, agli occhi di chi ne avesse bisogno.
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di Corrado Gnerre
Certamente molti ricorderanno le proteste per la visita di Benedetto XVI all’Università de “la Sapienza” qualche anno fa. I 67 docenti firmatari del documento contro l’invito al Papa fecero riferimento ad un discorso pronunciato nel 1990 dall’allora cardinale Ratzinger, in cui, parlando del Caso Galilei, il futuro papa citò alcune parole del celebre filosofo della scienza Paul Feyerabend (1924-1994) –anarchico e ateo, quindi al di sopra di ogni sospetto- in cui si affermava che nel processo allo Scienziato pisano la ragione era dalla parte della Chiesa.
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di Giuliano Guzzo
Condensare tante bugie ed imprecisioni in poche righe è impresa difficile. Occorrono abilità, determinazione e soprattutto esperienza di propaganda; tutte qualità di cui i radicali sono maestri indiscussi, a partire da quando, decenni fa, non si fecero problemi a divulgare cifre del tutto surreali a proposito degli aborti clandestini e del numero di donne morte per mano delle mammane. Per questo non stupiscono i molti errori presenti nel testo della Proposta di legge di iniziativa popolare su: Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia, per la quale è avviata, a livello nazionale, una raccolta firme.
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di don Marcello Stanzione
Teresa d’Avila nacque in Spagna nel 1515 e morì ad Alba de Tormes il 4 ottobre 1582. Consideriamo ora come si inseriscono gli Angeli eletti e quelli decaduti nel contesto della complessa esistenza di S. Teresa d’Avila, nelle sue vicende umane, nel suo cammino interiore, nelle sue esperienze mistiche. Le fonti, che ci offrono notizie a riguardo, sono gli scritti della Santa, soprattutto l’autobiografia in cui elle descrive le sue visioni soprannaturali di Angeli e di demoni; e il “Cammino di perfezione” dove, in numerose pagine, mette in guardia specialmente le persone religiose, contro le tentazioni e i tranelli del demonio, specificandoli e dando opportuni consigli pratici.
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di Corrado Gnerre
Anche la storia della scienza dissolve quei luoghi comuni che parlano del Medioevo come di un’Età buia ed insignificante. Infatti, fu proprio nel Medioevo che si realizzò la “prima rivoluzione industriale”.
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di Daniele Casi
“Sentiremo, prima o poi, un Cardinale, un Vescovo, un Teologo di vaglia, financo un Diacono permanente, dire una parola di fronte a questo fiume di parole?”. La domanda è corsa tante volte, in questi mesi, nei dialoghi con altrettanti amici 'cattolici perplessi' rispetto alla marea montante delle dichiarazioni quotidiane del Santo Padre che, pur non essendo, come recentemente ha precisato il suo Portavoce, “atti di Magistero”, sono diventate, nella massmediatica agorà contemporanea, quasi più paradigmatiche del Decalogo.
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di Cristiana de Magistris
Il nome del vescovo inglese Roberto Grossatesta (1175-1253) è quasi del tutto sconosciuto al mondo italiano. Ai pochi che ne hanno qualche erudizione è noto per il suo genio in campo scientifico dove le sue opere sono considerate di pregio inestimabile tanto da avergli meritato il titolo di “pioniere” di un movimento scientifico e letterario, nonché di “primo” matematico e fisico del suo tempo.
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di Massimo Viglione
Ignazio (in basco Íñigo) López nacque a Loyola intorno al 1491 e morì a Roma il 31 luglio del 1556 (canonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV). Ultimo di tredici figli, faceva parte di una nobile famiglia che abitava un piccolo castello nella regione basca. Pur destinato al sacerdozio, egli non aveva la vocazione: leggeva continuamente romanzi cavallereschi e decise così di intraprendere la carriera militare, conducendo per un certo tempo la vita avventurosa e anche dissipata del soldato (un po’ come san Francesco). E, come per san Francesco, accadde un episodio che modificò per sempre la sua vita: combattendo nel 1521 nell’esercito del giovane Re di Spagna e Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V d’Asburgo, nella celebre battaglia di Pamplona contro i francesi venne ferito gravemente.