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di Corrado Gnerre
I motivi che sono alla base del celibato sacerdotale possono ridursi a tre:
1. Motivo cristologico.
2. Motivo ecclesiologico.
3. Motivo escatologico.
Il motivo cristologico attiene al fatto che il sacerdote è un alter Christus e celebra in persona Christi. Dal momento che Gesù scelse per sé il celibato, ecco dunque che il sacerdote deve vivere il celibato.
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di Marco Bongi
Domandina facile facile... Supponiamo, ed è comunque tutto da dimostrare, che ogni esternazione dell'attuale "Vescovo di Roma" fosse dottrinalmente corretta ed assolutamente ortodossa: "Chi sono io per..." "Chi non cerca Dio si salva se segue la sua coscienza" per gli omosessuali e i divorziati ci vuole più tenerezza e misericordia ecc., e che ogni fraintendimento fosse dovuto unicamente alla cattiva interpretazione dei mass-media.
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di Daniele Casi
Andare avanti! È questo l'imperativo che il circo mediatico pare aver recepito con maggior chiarezza in questo primo semestre di Ministero Petrino del nuovo Vescovo di Roma. Frasi come “Chi non cammina, alla fine va indietro”, “Abbiate il coraggio di andare controcorrente” ed altre ancora, sono state assunte come parole chiave di un'azione pastorale, ancora in gran parte da scoprire, che non trova commentatore che non manchi di sottolinearne la positività.
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di don Mauro Tranquillo
La lettera di Papa Francesco ad Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano "La Repubblica", non è certo un atto di Magistero, e in questo potranno concordare anche coloro che sono soliti rimporverarci su questo punto. È quindi senz’altro possibile discuterla alla luce del Magistero, quello sempre vivo perché interprete e vicario delle parole del Cristo, pronunciate duemila anni fa. Il Magistero, quello vero, non si distingue in vivente o passato: un atto di qualsiasi epoca è sempre vivo e attuale, essendo solo la conferma per noi di quanto detto o non detto da Gesù e dagli Apostoli.
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Abbiamo appreso che la veglia papale di domani comprenderà l'adorazione eucaristica. Sono state così smentite dai fatti le notizie -pur diffuse dai media- da noi riprese circa la volontà del Papa di eliminarla per ragioni ecumeniche. Ma la stessa veglia di adorazione eucaristica e lo stesso digiuno, come indica il discorso di Papa Francesco riportato all'inizio del libretto della celebrazione testé pubblicato, sono equiparati alle preghiere e ai digiuni richiesti ai membri di ogni religione, nelle forme da loro scelte:
«Per questo, fratelli e sorelle, ho deciso di indire per tutta la Chiesa, il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno più opportuno, i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre Religioni e gli uomini di buona volontà» (Angelus del 1 settembre).
Resta così il problema di fondo, cioè l’equiparazione della preghiera cattolica (e della stessa adorazione eucaristica) a quella delle false religioni. Invitiamo dunque tutti i cattolici a riparare questo scandalo, che intende mettere sullo stesso piano ogni culto, e aggiungiamo questa intenzione a quella per la pace nell’adorazione che si terrà sabato nei nostri priorati.
Il Superiore del Distretto d'Italia della Fraternità San Pio X
don Pierpaolo Petrucci
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Comunicato stampa
L’aggravarsi della minaccia di un attacco contro la Siria da parte degli Stati Uniti, con il conseguente probabile coinvolgimento delle grandi potenze mondiali, ha spinto il Sommo Pontefice ad organizzare sabato prossimo una veglia di preghiera per chiedere al Signore il grande dono della pace.
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di Daniele Casi
La notizia, apparsa su molte testate on-line e su qualche quotidiano nazionale, è questa: “La giornata planetaria di "preghiera e digiuno" che Papa Francesco ha indetto per sabato prossimo avrà una netta e importante connotazione interreligiosa (..) Questi i ragionamenti che filtrano dalla Santa Sede, mentre giungono anche i primi particolari sulla veglia di sabato sera. (…) Papa Francesco ha dato agli stessi cerimonieri pontifici indicazioni molto "devote", che comunque dovranno tener conto del fatto che sono già annunciati ospiti di altre religioni, davanti ai quali diventerebbe troppo difficile manifestare forme di preghiere marcatamente cattoliche (come l'adorazione eucaristica). La veglia sarà quindi divisa in due parti: una più "ecumenica" e la seconda più "cattolica" (1).
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di Giuseppe Provenzale
Prima di fornire elementi utili per rispondere alla domanda, mi preme precisare che questo articolo non tratterà del sempre uguale a se stesso avvicendarsi delle riforme e delle circolari ministeriali né dello specifico operato di ministri che, indossando casacche diverse, ma accomunati da un'identica visione del mondo, hanno lavorato, ad ogni livello del sistema scolastico nazionale, al medesimo progetto di distruzione di un servizio pubblico - considerato in tempi non lontani, pur tra mille difetti e aspetti migliorabili, uno tra i migliori al mondo - che è ormai ridotto ad un diplomificio, sovrapponibile, in buona sostanza, all'infimo standard di molti istituti privati, noti, però, per svolgere da sempre questa funzione.
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Come ben sappiamo, Dio nell’affidarci i figli, ci affida anche l’importante compito di istruirli e di educarli nella dottrina cristiana; si tratta dunque di preoccuparsi non solo della loro vita materiale ma anche e soprattutto di quella spirituale. Quanta più premura abbiamo nel procurare loro cibo, medicine, vestiti, tanto più maggiormente dobbiamo essere attenti nella cura della loro anima.
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In occasione dell'Aïd-El-Fitr, che contrassegna la fine del Ramadam, papa Francesco ha firmato personalmente, il 10 luglio 2013, il messaggio che il Vaticano indirizza ogni anno ai mussulmani, come aveva fatto Giovanni Paolo II nel 1991. Questo messaggio è stato reso pubblico il 2 agosto, e la domenica 11 agosto, durante l'Angelus, a piazza san Pietro, il sommo pontefice ha ribadito: “ Vorrei rivolgere un saluto ai mussulmani del mondo intero, nostri fratelli, che hanno da poco festeggiato la conclusione del mese del Ramadam ”.