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di don Pierpaolo Maria Petrucci
E’ dogma di fede che la Madonna fu sempre Vergine: prima, durante e dopo il parto. Così insegna infallibilmente il concilio Lateranense I del 649: “La Santa Madre di Dio e sempre vergine immacolata Maria… ha concepito senza seme per opera dello Spirito Santo e ha partorito senza corruzione, permanendo indissolubile, anche dopo il parto, la sua verginità”. (D. 256) Tale dogma, già difeso da S. Ambrogio nel sinodo di Milano del 390, fu insegnato espressamente dal papa S. Leone I (Epistola dogmatica ad Flavianum) e riaffermato da Paolo IV (D. 993).
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29 agosto 1987
Adveniat Regnum tuum
Ai signori abbé Williamson, Tissier de Mallerais, Fellay e de Galarreta.
Carissimi amici,
la cattedra di Pietro e le posizioni autorevoli a Roma sono occupate da degli anticristi, quindi la distruzione del Regno di Nostro Signore all’interno stesso del Suo Corpo mistico qui in terra prosegue rapidamente, specialmente con la corruzione della Santa Messa, splendida espressione del trionfo di Nostro Signore per mezzo della Croce, Regnavit a ligno Deus, e fonte dell’estensione del Suo Regno nelle anime e nelle società.
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A nessuno sfuggirà l'importanza di questo articolo di Arnaldo Xavier da Silveira, quanto alla professione della fede, non soltanto nelle parole o negli scritti ma anche nelle attitudini e nei gesti. Ognuno potrà intravedere le conseguenze che si possono trarre applicandoli, per esempio alla nuova liturgia: altare ridotto ad una tavola, sacerdote che gira le spalle al tabernacolo (quando questo non è relegato in un angolino della chiesa), comunione data da laici, nelle mani; nuova architettura delle chiese che assomigliano più a sale di conferenze ecc.
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Mons. Marcel Lefebvre
Saint Michel en Brenne, 29 gennaio 1990
Carissimi lettori,
giunto alla sera di una lunga esistenza – poiché, nato nel 1905, vedo l’anno 1990 – posso dire che la mia vita è stata segnata da avvenimenti mondiali eccezionali: tre guerre mondiali, quella del 1914-1918, quella del 1939-1945 e quella del Concilio Vaticano II del 1962-1965.
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Mons. Marcel Lefebvre
«Tutti questi cambiamenti del nuovo rito sono veramente pericolosi, soprattutto per i giovani sacerdoti, perché a poco a poco, spesso senza loro colpa ma a causa della formazione ricevuta, non hanno più l’idea esatta del Sacrificio, della presenza reale, della transustanziazione. Per loro spesso tutto questo non significa più niente. Questi giovani sacerdoti rischiano di non avere l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa e, quindi, di non dire più Messe valide: rischiano di perdere la presenza reale di Gesù!
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In questo 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, vi proponiamo di rileggere alcuni testi di Mons. Lefebvre che chiariscono le ragioni della sua battaglia, per la fede, condotta in opposizione anche delle autorità ecclesiastiche, ma proprio per amore della Chiesa e del Papa.
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Don Pierpaolo Maria Petrucci
Non è raro sentir parlare nella Chiesa, anche dopo l’ultimo Concilio, della necessità di evangelizzazione. Questo non potrebbe che rallegrarci se per evangelizzazione si intendesse ciò che la Chiesa ha sempre insegnato, cioè la necessità di predicare il Vangelo per la conversione delle anime. Purtroppo però, quando si considerano bene le cose, si capisce che il senso che oggi si dà all’evangelizzazione non è più questo. Per capirlo, vorrei ricordare il discorso che il Papa fece alla curia circa un anno fa, il 21 dicembre 2007. Egli si esprimeva, fra l’altro, appunto sul concetto di evangelizzazione, spiegando come conciliarlo con l’ecumenismo di cui è un fervente propagatore.
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Da sempre, infatti, la Vergine Maria è considerata la debellatrice di tutte le eresie. Padre Tinti nel suo celebre Maria, debellatrice delle eresie così scrive: “La Chiesa ha sempre invocato Maria SS.ma come debellatrice di tutte le eresie, ed ha introdotto nella sacra liturgia quel versetto che racchiude il più magnifico elogio che si possa fare della Beatissima Vergine: ‘Gaude, Maria Virgo, cunctas haereses sola interemisti in universo mundo’ (dal Breviario Romano). (…).
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Nonostante gli sforzi del Papa per incoraggiare i sacerdoti a celebrare dignitosamente la Messa, in Austria la sua voce non sembra udita. Basta vedere ciò che è recentemente successo nelle parrocchie di Hartberg et di Weiz. Non c'è bisogno di commento, basta guardare le immagini. Soltanto abusi liturgici? Oppure conseguenze logiche dei principi della nuova liturgia, portati fino alle loro estreme conseguenze?